CONCERTO
Con Mario Biondi Varese in soul
La naturalezza con cui Mario Biondi ha iniziato il tour che lo porterà a toccare i maggiori teatri italiani, e che il 17 marzo si ferma a Varese, non tragga in inganno. Non sono poche le peripezie che hanno caratterizzato l’ascesa di un cantante diventato l’icona del soul italiano. Da ultimo, un intervento chirurgico alle corde vocali che lo ha segnato non poco.
Biondi, con la sua voce calda e profonda, inconfondibile, proporrà al pubblico varesino un concerto che non prende soltanto il nome del suo ultimo disco, «Best of soul», ma riassume tutto ciò che l’artista ha avuto e ancora ha da cantare e che non si esaurisce nel solo traguardo dei dieci anni trascorsi dal suo ingresso nel mercato discografico.
Biondi ricorda con un filo di commozione i trent’anni di musica live durante i quali più volte aveva tentato di fare il grande salto, senza troppi riscontri e nulla di positivo da registrare. «Nessuno credeva davvero in quello che avrei potuto dare, o che il progetto che avevo in mente potesse anche avere una qualche validità», confida lui.
Ciò accadde finché, nel 2006, due discografici, lanciando «Handful of soul», non mostrarono maggiore coraggio di quanto non avessero mai fatto i loro colleghi. Così, trovata la canzone giusta, il giusto sound, la lunga gavetta ha avuto termine per lasciare spazio alla vera e propria carriera di un artista capace di riempire teatri, palazzetti e stadi.
«La canzone della svolta fu This Is What You Are, che senza alcun dubbio ricordo con maggiore gratitudine fra tutte quelle che sono seguite, o che la hanno preceduta. Se penso ai successivi dieci anni, vedo una grande evoluzione. Sono cresciuto molto, anche nella consapevolezza di ciò che faccio. Ora so dove voglio andare, anche rischiando e anche se a livello personale sto peggio di prima. Faccio fatica ad adattarmi ai meccanismi e alle logiche di mercato, al guadagno a tutti i costi. Alla fine, m’interessa fare musica in libertà. Poi c’è il discorso fisico, che non posso trascurare».
Tra i sette brani inediti del nuovo album c’è anche «Gratitude», che si rivolge precisamente al pubblico degli affezionati: «Ho voluto ringraziarli per tutto quello che mi hanno dato in questi anni. Mi sostengono, mi danno carica. Con loro ho un rapporto amichevole, come sono io di carattere. A volte può essere stato anche litigioso, ma sempre franco e specchiato».
Venerdì 17 marzo al teatro Openjobmetis di Varese, piazza Repubblica, ore 21, biglietti 34,50/46/57,50 euro, info su www.ticketone.it.
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