CORTE DEI CONTI
Corruzione a Lonate, l’ex sindaco ha saldato i debiti
A sei anni dalla condanna si chiude la vicenda giudiziaria di Danilo Rivolta
«Ora possiamo dire che il geometra Danilo Rivolta ha finalmente chiuso i conti con la giustizia».
L’avvocato Felice Brusatori commenta così la conclusione dell’iter giudiziario, penale e contabile, dell’ex sindaco di Lonate Pozzolo, finito in carcere il 16 maggio 2017 a conclusione di un’indagine coordinata dall’allora pubblico ministero di Busto Arsizio Luigi Furno (attualmente al Consiglio di Stato) che dette il primo colpo al sistema corruttivo della provincia di Varese: a Rivolta costò poco più di sei mesi fra carcere e domiciliari. A quasi sei anni di distanza dal patteggiamento a quattro anni e 55mila euro di risarcimento - accolto dall’allora giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Busto Arsizio Nicoletta Guerrero (oggi presidente della sezione gip di Genova) - con cui il sessantaduenne ex esponente politico di Forza Italia definì la propria posizione rispetto alle accuse di corruzione e abuso d’ufficio, ora arriva la notizia della definizione del procedimento davanti ai giudici della sezione regionale della Corte dei Conti. Nel dettaglio, la procura contabile aveva citato in giudizio Danilo Rivolta per ottenere il risarcimento di 30 mila euro a titolo di danno all’immagine del Comune di Lonate Pozzolo. Tuttavia, alla luce del pagamento del risarcimento imposto dal patteggiamento e del rapporto collaborativo tenuto da Rivolta sia nell’indagine per corruzione (gli si contestava di aver ricevuto utilità per poco più di 27 mila euro), sia nella successiva inchiesta sfociata in un processo in abbreviato per voto di scambio politico-mafioso (con la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano che chiese una condanna a cinque anni e il gup Tiziana Gueli che invece optò per l’assoluzione), e ancor di più per il suo contributo all’avvio di Mensa dei poveri, la procura contabile ha però prestato assenso alla sua richiesta di essere ammesso al rito abbreviato consentendogli di versare 15 mila euro, pari al 50 per cento dell’importo del danno di immagine.
Unica condizione per ottenere l’okay da parte dei giudici della Corte dei Conti, dimostrare di aver bonificato i 15 mila euro all’ente pubblico. Preso atto dell’avvenuto pagamento, i giudici hanno dichiarato chiuso il procedimento contabile a carico dell’ex sindaco lonatese.
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