TRIBUNALE
Busto, non ci fu corruzione in carcere: pena sospesa per Lo Presti
Confermata in Appello la sentenza di primo grado per l’assistente capo della polizia penitenziaria
Corruzione in carcere a Busto Arsizio? No, non ci fu. E la pena “minore” decisa in primo grado per il principale imputato, l’assistente capo della polizia penitenziaria Dino Lo Presti , è stata sospesa. Oggi, giovedì 11 aprile, la Corte d’Appello di Milano ha confermato la sentenza di primo grado che aveva sollevato Lo Presti dall’accusa principale, quella di corruzione. Inoltre i due anni di condanna per traffico di influenze illecite (così era stato riqualificato il reato in primo grado) sono stati sospesi. L’assistente capo della casa circondariale di via per Cassano era accusato di aver ricevuto denaro dai detenuti in cambio di relazioni di sintesi favorevoli all’ottenimento dei benefici penitenziari. Era inoltre accusato di aver avuto rapporti stretti con pregiudicati e non solo di natura amicale. La Corte d’appello, così come i giudici in primo grado, hanno invece escluso l’ipotesi d’accusa più grave.
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