LA DIFESA
Delitto di Cairate, «Douglas non è violento»
I genitori di Carolo: «Non rispettava le regole ma è tanto sensibile»
Gli avvocati, nel periodo di messa alla prova, lo avevano segnalato al giudice minorile: «Servirebbero misure più restrittive». Perché Douglas Carolo faticava a rispettare le regole. Ma a parere del magistrato il ragazzo non ne aveva bisogno. Del resto le verifiche periodiche erano sempre positive. A maggio avrebbe concluso il percorso con la fedina penale immacolata. Invece Douglas è in carcere dal 28 febbraio accusato dell’omicidio volontario di Andrea Bossi, in concorso con Michele Caglioni. I genitori Michela e Alberto non si danno pace.
Alberto, lei è il padre di Douglas, un ragazzo che i media definiscono freddo, insensibile, indifferente. Lo riconosce in questi aggettivi?
«Douglas non è mai stato violento. Lo abbiamo adottato da un istituto brasiliano quando aveva dieci anni insieme al fratellino, fino a diciassette non c’era stato alcun problema. Ha frequentato scuole private, studiava volentieri, faceva atletica. Poi ha iniziato a sottrarsi alle nostre regole, non le accettava e si è messo in qualche guaio ma nulla a che vedere con la violenza».
Era anche scappato di casa.
«Sì e noi chiamammo subito i carabinieri. Lo trovarono in giro con un ragazzo conosciuto per strada che gli aveva dato una delle sue due biciclette. Ma erano rubate e così Douglas fu denunciato per ricettazione, motivo per cui ora era sottoposto alla messa alla prova, faceva servizio alla fondazione Zacheo di Samarate ed è sempre risultato negativo agli esami tossicologici. Fu comunque allora che si trasferì dalla nonna a Cassano. Con lei ha un ottimo rapporto e anche con il nonno, che purtroppo è morto. Durante la malattia Douglas lo accudiva con grande affetto, gli è stato molto vicino e ha sofferto il lutto»
Eppure nel mese trascorso tra il delitto e l’arresto vostro figlio non avrebbe lasciato trasparire alcun turbamento.
«Riflettendo con il senno di poi non è proprio così. Un giorno mi fece una telefonata strana, “ti chiamo per dirti che ti voglio bene”. Ripensandoci evidentemente stava male. E sappiamo dagli avvocati Vincenzo Sparaco e Giammatteo Rona che ora è molto provato, non solo per il carcere ma per ciò che è successo. Crediamo però nella sua innocenza».
Conoscevate Andrea Bossi?
«No, non l’avevamo mai visto, non ci risulta neppure che fosse nella sua cerchia più stretta di amici. Non sappiamo nemmeno come si fossero conosciuti e da quanto tempo. Ma proviamo tanto dolore per lui e per i suoi genitori: non è neppure immaginabile il loro strazio. Siamo loro molto vicini».
E con Michele in che rapporti eravate?
«Non conoscevamo neppure lui, probabilmente avevano iniziato a frequentarsi da quando Douglas stava dalla nonna perché la famiglia è vicina di casa».
Avrete tante domande da porgli.
«Prima di tutto dobbiamo ottenere il permesso di colloquio che ancora non è arrivato. Speriamo in una telefonata in questi giorni, per quello ha avuto l’autorizzazione».
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