TRIBUNALE DI VARESE
Omicidio Fabozzi, scatto d’ira del figlio della vittima contro Domenichini
Il racconto del vicino di casa della pensionata uccisa a Malnate: «I lamenti e gli schizzi di sangue»
«Ho sentito un lamento arrivare dall'appartamento al secondo piano. Sono salito, sono entrato in casa e ho visto il corpo della signora a terra nel corridoio, con il figlio in ginocchio che piangeva e urlava. Ricordo gli schizzi di sangue sulla parete e una pozza di sangue dietro la nuca della donna. Poi ho chiamato il 118 e l'operatrice mi ha guidato al telefono, così ho praticato il massaggio cardiaco per qualche minuto, poi mio fratello mi ha dato il cambio e ha continuato fino all'arrivo dei soccorsi».
IL VICINO DI CASA
Il racconto è di Luigi Carnevale, il giovane che cercò di soccorrere Carmela Fabozzi nell'alloggio di Malnate in cui fu uccisa il 22 luglio 2022. Il vicino di casa della vittima è stato sentito come testimone nella terza udienza del processo in Corte d'Assise per l'omicidio della pensionata. Delitto di cui è accusato Sergio Domenichini, 67 anni, arrestato dai carabinieri circa un mese dopo i fatti, al ritorno da una vacanza a Lignano Sabbiadoro. Deve rispondere di omicidio volontario a scopo di rapina, con le aggravanti dei motivi abbietti e futili, della crudeltà e della minorata difesa.
L’IRA DEL FIGLIO DELLA VITTIMA
Momenti di tensione quando sono state mostrate le foto del cadavere in mezzo al sangue nel corridoio. Il figlio della vittima, Angelo Casoli, ha avuto uno scatto d'ira e, urlando contro Domenichini, si è lanciato verso la gabbia dei detenuti. E' stato bloccato e calmato dalla figlia e dal carabiniere in servizio.
IL MEDICO LEGALE
Il medico legale Cesare Garberi, che ha eseguito il primo sopralluogo e l’autopsia, ha spiegato che sulla donna furono rilevate "almeno nove lesioni alla testa" provocate da un corpo contundente. Lesioni "non incompatibili" con il vaso di vetro blu appoggiato sul mobile del corridoio nel quale fu trovato del sangue e anche un'impronta dell'imputato. La vittima sarebbe stata colpita una prima volta mentre era in piedi, poi ripetutamente quando era a terra, probabilmente già tramortita.
IL MARESCIALLO DEI CARABINIERI
Dal resoconto del maresciallo dei carabinieri del nucleo investigativo di Varese, inoltre, è emersa un’altra novità: sotto un’unghia di un dito della vittima è stato trovato il Dna che i Ris di Parma hanno poi attribuito a Domenichini.
L’UDIENZA PRECEDENTE
Nella precedente udienza due vicini di casa della vittima lo hanno riconosciuto come l'uomo che il giorno del delitto era sulle scale della casa di via Sanvito e chiedeva proprio della signora Fabozzi. I famigliari della vittima si sono costituiti parte civile con gli avvocati Andrea Boni e Andrea Cosentino. Da qui alla fine dell'anno sono in calendario altre cinque udienze; complessivamente sono 43 i testimoni chiamati a deporre.
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