È ARCIVESCOVO
Delpini in Duomo, seimila applausi
Folla per l’ingresso ufficiale del monsignore originario di Jerago a capo della Diocesi ambrosiana: «Nel solco dei miei predecessori»
Mario Delpini da Jerago con Orago, 66 anni, è ufficialmente il nuovo arcivescovo metropolita di Milano. È iniziata con la lettura del messaggio con cui papa Francesco ha sancito la nomina la cerimonia in Duomo per il suo ingresso ufficiale in Diocesi. Poi il suo predecessore, il cardinale Angelo Scola, gli ha consegnato il Pastorale "preziosa reliquia di San Carlo". Delpini ha ascoltato a mani giunte le parole di Scola. Poi i due si sono abbracciati fra gli applausi, il cardinale gli ha consegnato il pastorale e Delpini si è seduto per la prima volta sul soglio ambrosiano. L’AUGURIO DI SCOLA «Non ti dirò, come i nostri predecessori, che questo pastorale Ti sarà pesante perché la tua lunga esperienza Ti consente di saperlo già»: così il cardinale Scola ha porto il Pastorale di San Carlo a monsignor Delpini. Il suo è un riferimento alle parole che il cardinale Carlo Maria Martini disse a Dionigi Tettamanzi passandogli il lungo bastone simbolo del ruolo di capo della diocesi ambrosiana e anche al fatto che Delpini nella diocesi è nato e cresciuto e negli ultimi anni è stato anche vicario generale. L’augurio di Scola al nuovo arcivescovo è che il suo cammino, con il "compito di essere padre e pastore", sia "spedito e carico di frutti".
FOLLA C’erano almeno seimila persone (un migliaio i sacerdoti) a gremire la cattedrale ambrosiana per l’occasione. La fermata della metropolitana di Piazza Duomo era stata chiusa già alle 14.30 per ragioni di sicurezza. La piazza è stata transennata e i passaggi ai varchi erano affidati al metal detector. Tutti sono controllati allo stesso modo all’ingresso della cattedrale inclusi i sacerdoti venuti a concelebrare la messa. In piazza, allestiti due maxischermi. Molte le autorità presenti, dal prefetto Luciana Lamorgese al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo e diverse altre autorità di tutta la diocesi ambrosiana, tra cui il vicario episcopale della zona di Varese, monsignor Franco Agnesi. Nelle prime file i parenti e gli amici giunti da Jerago e dal Gallaratese.
APPELLI Numerosi i punti toccati da monsignor Delpini nel suo discorso. A cominciare dall’integrazione: «Fratelli e sorelle - è il termine che il nuovo arcivescovo ha chiesto di usare per tutti i fedeli, ma che ha usato anche per gli atei e per i fedeli di altre religioni, a cominciare da quella islamica - Anche a loro mi rivolgo con una parola che è speranza di percorsi condivisi e benedetti da una presenza amica di Dio». Poi l’arcivescovo si è rivolto alla politica, chiedendo (in particolare a Maroni e SALA, Ndr), un’«alleanza per sentirci dalla stessa parte, nel desiderio di servire la nostra gente e di essere attenti anzitutto a coloro che per malattia, anzianità, condizioni economiche, nazionalità, errori compiuti sono più tribolati in mezzo a noi. Le nostre competenze sono diverse e i punti di vista non possono essere identici. Eppure lo spirito di servizio, la condivisione della passione civica, la fierezza dell’unica tradizione solidale, creativa, laboriosa milanese e lombarda sono un vincolo». Dopo aver voluto ribadire di voler continuare nel solco della tradizione dei suoi predecessori, un pensiero ai giovani e al futuro: «Non disperate dell’umanità, dei giovani di oggi, della società così com'è adesso e del futuro: Dio continua ad attrarre con il suo amore. Dio ama ciascuno e rende ciascuno capace di amare».
Servizio sulla Prealpina di lunedì 25 settembre
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