IL CASO
Detenuti panettieri? Concorrenza sleale
Il sogno di Marco Cirigliano (Sel) si infrange contro il secco no della Lega Nord a concedere uno stabile comunale: "Rieducazione sì, ma non penalizziamo chi da sempre rispetta la legge"
Un immobile di proprietà pubblica, da concedere a una cooperativa sociale che aiuta i detenuti nel loro reinserimento sociale, per trasformarlo in un panificio in cui farli lavorare. Questo è il sogno di Marco Cirigliano, consigliere di Sel, per consentire alla onlus L’Una di inserirsi nel contesto cittadino bustese con una speciale proposta commerciale. Questo il senso della richiesta formulata alla giunta.
Idea nobile e interessante? Per lui certamente sì, «perché si offrono occasioni di rinascita per persone che sfruttano il periodo di detenzione per riscattarsi, creandosi una professionalità per il dopo pena». Un po’ sulla falsariga del progetto Dolci & Libertà che tanto spazio e consensi ha saputo conquistare.
Ma il laboratorio con adiacente punto vendita, non si farà mai. Non almeno attraverso la concessione di uno spazio idoneo rintracciato dal municipio fra le sue proprietà. Perché la Lega proprio non ci sta e Isabella Tovaglieri, la più giovane delle politiche padane, lo spiega chiaramente: «Pensare di concedere un locale in comodato gratuito, significa creare delle situazioni di concorrenza in cui i carcerati avrebbero dei vantaggi sugli altri prestinai rispetto ai costi d’affitto». Ma non solo: «Se anche si fissasse un canone di locazione, chi fa libera impresa sarebbe svantaggiato per gli altri oneri e le tasse che va a pagare. Capisco che si vorrebbero rieducare le persone - insiste Tovaglieri - tuttavia è un preciso dovere dell’amministrazione, specie in questi momenti di crisi economica, stare dalla parte di chiR ha sempre rispettato la legge». Insomma, chi ha sgarrato non può ora essere in qualche maniera privilegiato.
Una divisione forte che, in qualche modo, vede pure Forza Italia aderire alle posizioni del Carroccio, seppur con discorsi meno drastici. Per la Lega Nord margini di discussione non ce ne sono: il panificio in questione, dentro una proprietà pubblica (Cirigliano suggerisce i beni confiscati alla mafia), non potrà esistere.
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