L’INGANNO
Dice un “sì” al telefono: truffata
La risposta affermativa viene “montata” e utilizzata in modo subdolo: «Mi hanno cambiato compagnia telefonica a mia insaputa»
La chiamano la “truffa del sì” e ha già mietuto numerose vittime non solo tra le persone anziane. Questa volta, per esempio, a caderci è stata una 47enne legnanese che, per avere semplicemente risposto “sì” a chi, dall’altro capo del filo, le aveva domandato se fosse la signora tal dei tali, si è trovata invischiata in un pasticcio che l’ha costretta addirittura a rivolgersi a un avvocato.
«È stata un’odissea- racconta la donna- Ricordo di avere ricevuto quella telefonata a fine aprile, da un numero con prefisso 06. Era un ragazzo dall’accento straniero che, evidentemente, mi chiamava da un call center per propormi di cambiare compagnia telefonica, con la promessa di grandi risparmi».
«Dopo essersi presentato- prosegue la donna- mi ha chiesto conferma del mio nome e cognome e a me è venuto spontaneo rispondere in modo affermativo. Poi, quando ha cominciato a chiedermi quanto pagassi per la linea fissa e a propormi quella che, a detta sua, era un’offerta imbattibile, l’ho interrotto, spiegando che non era mia intenzione cambiare compagnia telefonica».
Ebbene, il mese successivo, inspiegabilmente, la donna si è vista recapitare a casa la prima bolletta della nuova compagnia: euro 16,95, comprensivi di costo di modem che peraltro mai le è stato consegnato.
Quando la donna, allibita e infuriata, ha chiesto spiegazioni al numero del servizio clienti indicato sulla bolletta, le è stato candidamente risposto che aveva accettato di sottoscrivere il nuovo contratto, come provava la telefonata registrata intercorsa tra lei e l’operatore.
«Non so dire quante chiamate ho fatto e quante mail e fax ho inviato. Alla fine, mi sono decisa a prendere un avvocato, che mi ha risolto il problema. Mi spiace per tutti gli operatori telefonici che lavorano onestamente e che hanno diritto di svolgere il proprio lavoro e di essere ascoltati, ma quanto mi è successo mi fa venir voglia di sbattere il telefono in faccia a tutti, indistintamente».
Come si diceva, quello della 47enne legnanese non è il primo caso di questo genere: ci siamo informati e ci è stato spiegato che, a volte, basta un solo e semplice “sì” per finire nella trappola. Già perché poi, attraverso un’ abile e truffaldina operazione di montaggio audio, quel “sì” viene abbinato a domande mai poste all’utente. In altre parole, basta avere dato conferma della correttezza del proprio nome e cognome per ritrovarsi titolari di un nuovo contratto telefonico che non solo mai si è richiesto, ma che si è anche categoricamente rifiutato. Il consiglio per non cadere in queste truffe? Semplice: non pronunciare mai la parola “sì”, ma sostituirla con le opzioni “sono io”, “corretto”, “esattamente”. Per la serie: «Tutto ciò che direte potrà essere utilizzato contro di voi».
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