VIAGGIARE
Dimmi perché parti: un diario di Gianni Spartà
Da mattina a sera. D’estate e d’inverno. Da soli o in compagnia. Siamo sempre in viaggio. Filosoficamente la vita è questa. Poi ci sono i trasferimenti veri e propri e oggi va di moda utilizzare il corpo: i piedi per pedalare o camminare, le mani per issare una vela. L’alternativa è un trolley da tirarsi appresso salendo su un aereo o su un treno. «Dimmi perché parti»: Gianni Spartà intitola così il suo ultimo libro (Editrice d’Este) che sarà presentato sabato 24 giugno alle 17.30 alla nuova libreria Ubik di Varese in piazza Podestà e che vanta una prefazione del campione di ciclismo Vincenzo Nibali.
Gianni, come è nato questo nuovo libro?
«È un diario dell’anima. Racconto da 40 anni la vita degli altri: sperando di non apparire presuntuoso, è venuto il tempo di raccontare parte della mia. Ma farlo dal salotto di casa sarebbe stato banale. Più bello fissare sequenze stando in sella a bici, sulla prua di una barca spinta dal vento, macinando chilometri a piedi sui sentieri di Santiago e della Francigena. Credevo bastasse tenersi dentro queste emozioni, invece c’è scappato un libro».
Pensato quando?
«Una notte in mare aperto, tra Siracusa e Cefalonia. Io ero il mozzo, montavo la guardia sotto un cielo di stelle e in quelle ore a Varese moriva un mio grande amico, Salvatore Furia. Lui mi ha insegnato a contemplare terra, acqua, fuoco, aria e a capire che l’esistenza dell’uomo si consuma tra questi quattro elementi ai quali non facciamo caso».
Che cosa c’entra il fuoco?
«È il fuoco nascosto, cioè la passione: per me la bicicletta da corsa, che ho scoperto nell’età adulta. Non dimentico la prima avventura: Varese-Messina in nove tappe, senza alberghi prenotati, con un ricambio, un pantalone e una maglietta in due borse legate a un portapacchi leggero sulla ruota posteriore. Con me c’erano un giudice e un consulente del lavoro. 1575 chilometri in pieno agosto. Ci presi gusto. Da allora ogni anno un raid destinazione Parigi, Barcellona, Lourdes, la Puglia, la Sardegna, la Toscana, l’Umbria, l’Abruzzo. Quanti incontri».
Ad esempio?
«In Sicilia, durante una sosta a Scicli si materializzò Luca Zingaretti nei panni del commissario Montalbano pirsonalmente di persona come dice Catarella. A Spoleto si avvicinò a noi fachiri su due ruote Terence Hill - don Matteo che girava una puntata della celebre fiction. Vide la scritta sulle nostre magliette: società ciclistica Sant’Ambrogio, Varese. Mi disse che a Sant’Ambrogio aveva abitato nel dopoguerra quando nella città-giardino c’era il tram. Ma l’incontro più emozionante l’ho avuto sul Cammino di Santiago, nel tratto che scivola verso Finisterre».
Un altro attore?
«No, un giovane senza pace che aveva fatto il cecchino, oggi si dice lo sniper, nella Legione Straniera. Camminava al mio fianco portandosi appresso i fantasmi delle sue vittime, più di trecento. Per lo più terroristi fulminati in Afghanistan, in Pakistan su indicazione dei Servizi segreti mentre s’apprestavano a compiere attentati. Anche bambini imbottiti di tritolo da fondamentalisti sanguinari. Mi ha raccontato che era in giro da mesi a cercare un rimedio interiore ai propri tormenti, all’incubo di quei morti ammazzati».
Il narratore si ritrova cronista…
«Sembrano mestieri diversi, non lo sono. Anche quando tutti i santi giorni andavo a caccia di notizie ero in viaggio verso la conoscenza. La strada percorsa a piedi, in bicicletta, cioè a rallentatore, ti insegna sempre qualcosa. Sviluppa la vista, l’udito, il fiuto».
Un bilancio?
«Ho imparato di più camminando e pedalando che intervistando industriali, ministri, delinquenti e monsignori o scrivendo biografie di pezzi grossi. Viaggiare è un infallibile antitarme per conservare pulito il cervello. Da giovani cambiare aria è utile, da meno giovani umile. Meglio aggiungere vita ai giorni, che giorni alla vita: me lo disse Rita Levi Moltalcini in casa di Alfredo Ambrosetti. Lei si è goduta 103 primavere».
«Dimmi perché parti» di Gianni Spartà (Editrice d’Este) - Presentazione sabato 24 giugno a Varese, libreria Ubik (ex Libreria del Corso), piazza Podestà, ore 17.30, ingresso libero.
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