WOODINSTOCK
Don Airey, lezioni di Hammond
Fuochi d’artificio a Ternate: quattro band sul palco prima del mitico tastierista inglese, accompagnato da Skassakasta e Alessandro Del Vecchio
Terza serata dell’edizione 2017 di WooDinStock e fuochi d’artificio fino a notte fonda, con il pubblico (una stima parla di 1.500 persone) letteralmente incatenato alle sedie e ai prati del parco Berrini ben oltre la una. Serata musicalmente ricchissima e con un crescendo davvero entusiasmante, con il consueto corollario di (ottimo) cibo, bancarelle e, naturalmente, offerte in favore della ricerca sulla malattia di Parkinson, vero motore trainante della manifestazione.
La musica live è partita prima delle 20 con il prog-metal dei bravi Virtual Simmetry, mezz’ora di chitarre roventi e di cavalcate di synth con due voci (maschile e femminile) di ottimo livello. È stata quindi la volta della nostalgia per il Duca Bianco, con i Bowies, tribute band che ha proposto un’intensa retrospettiva sulla splendida carriera della star inglese scomparsa nel 2016.
Terza band e terza proposta musicale all’insegna del menù quanto mai variegato: sul palco i milanesi Radio Vudù, da decenni alfieri di un punk energico e dai testi graffianti.
Momento molto più soft intorno alle 23, con un vero amico di WooDinStock e della lotta al Parkinson come Joe D’Urso, songwriter americano che si è esibito in un set acustico accompagnato dai veneziani Fireplaces, aprendo con la springsteeniana “The River” e snocciolando poi parte del suo repertorio in puro stile New Jersey, con una grande carica comunicativa e pezzi di impatto immediato giocati su voce e incroci di chitarre-piano-banjo. Momento molto intenso che ha conquistato il pubblico.
Senza nulla togliere ai “succosi” antipasti, però, l’entusiasmo è letteralmente esploso quando i riflettori si sono accesi su mister Don Airey: 69 anni ben portati, tastierista rock per eccellenza con contributi importanti ai lavori di giganti come Whitesnake, Rainbow, Black Sabbath, Colosseum e gli ultimi 15 anni vissuti nei Deep Purple, il simpatico Don si è seduto dietro il suo splendido Hammond e ha regalato veri fuochi d’artificio. Non da solo, sia chiaro, perché ad accompagnarlo c’era un vero supergruppo “made in Varese”: gli Skassakasta (Luca Pedroni alla chitarra, Luca Fraula alle tastiere, Marco Mengoni alla batteria e Francesca Morandi al basso) e l’ospite Alessandro Del Vecchio, vocalist dalle doti notevolissime e dalla prorompente presenza scenica. La scaletta? Un bel po’ di Deep Purple (dai classiconi come Fireball, Smoke on the Water, Black Night e l’ultimo bis con Hush, senza dimenticare il recentissimo Infinity, rappresentato da All I’ve got is you) ma anche, e soprattutto, una carrellata su pezzi di storia dell’Hammond: l’intro con Green Onion (Booker T. and the MGs), l’immancabile Steve Winwood di Gimme Some Lovin’, la bellissima Hold your head Up degli Argent, Fire di Arthur Brown e altre chicche. Insomma tanto rock, ora hard ora progressive (splendida la versione di America, da West Side Story, a riecheggiare i Nice di Keith Emerson) con ampie spruzzate di r’n’b. Alla fine l’applauso sembrava non volersi mai arrestare. Grande musicista, Don Airey, grande vitalità a dispetto dell’età e serata davvero di altissimo livello.
Woodinstock 2017 si concluderà oggi, domenica 16, con una proposta musicale incentrata sui GemBoys ma tanti altri momenti importanti. Senza dimenticare, ovviamente, l’impegno contro il Parkinson.
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