Donna aggredita all’ospedale
L’incubo peggiore. Ricoverata in ospedale, la mano di uno sconosciuto che le preme il volto, le chiude la bocca, per non farla urlare. Il fiato che manca, la ribellione, il tentativo di divincolarsi. Quindi la fuga di quell’uomo. Un ladro. Un malvivente che ha tentato di rubare e per non farsi scoprire e bloccare ha cercato di zittire quella donna, la sua vittima.
E’ accaduto all’alba di sabato 6 febbraio all’ospedale della mamma e del bambino, a Giubiano. Un uomo con un berretto in testa e una sciarpa, a nascondere bene i lineamenti del volto, è entrato all’interno dell’ospedale Del Ponte. E’ salito al terzo piano, ha raggiunto la camera di una paziente ricoverata da sola, è entrato. Sono le sei di mattino. La donna dorme tranquilla. L’ospedale si sta mettendo in funzione, a quel piano non c’è nessuna emergenza, di certo lo sconosciuto ha scelto di agire in una zona tranquilla. Una volta in camera, nessuno si sarebbe accorto di nulla, se avesse agito con rapidità.
E’ maldestro, però. Fa rumore, per andare alla ricerca del cellulare. La donna si gira, apre gli occhi, vede la sagoma scura, il viso coperto. Un lampo di terrore che non si tramuta in urlo, però, perché quell’uomo le chiude la bocca con la mano, con tutta la forza che ha. E quando ha la certezza che la donna non reagirà, perché spaventata per quello che potrebbe capitarle, fugge. In un batter d’occhio fa perdere le sue tracce.
La paziente chiama aiuto, accorrono le infermiere, scatta l’allerta.
L’intruso, che comunque se n’è andato senza bottino, viene visto allontanarsi con una cartelletta in mano, la stessa che deve aver sfoggiato all’ingresso e per raggiungere il terzo piano dell’edificio, come se avesse all’interno dei documenti, come se stesse andando da una parente per consegnarle referti e impegnative mediche.
Sul posto, è intervenuta la polizia di Stato per raccogliere le deposizioni della vittima dell’aggressione e delle persone sul posto al momento dell’agguato. Utili, per le indagini e magari per risalire all’autore del tentato furto, potranno essere i filmati dei circuiti interni dell’ospedale.
Non è la prima volta che all’ospedale Del Ponte avvengono blitz di ladri, spesso alla ricerca di poco denaro facile, che per questo motivo scassinano le macchinette di caffè e patatine. Furti avvenuti anche all’ospedale di Circolo dove però la piaga è stata arginata da un sistema di controlli e accesso ai reparti antintrusione, oltre che dal ripristino del posto di polizia vicino al Pronto soccorso e alla presenza di guardie giurate. Una piaga, quella delle visite di malintenzionati ai piani per impossessarsi di cellulari, tablet e oggetti personali, che in passato aveva portato a un giro di vite sui controlli. Soprattutto in seguito all’episodio più grave e cioè l’aggressione con tentativo di stupro di una studentessa che stava cominciando il tirocinio la sera e che, in via Del Ponte, era stata avvicinata e spinta in un angolo buio.
«Il problema della sicurezza dei pazienti e degli operatori non è stato risolto», dice Francesco Tucci della Fials.
«I sistemi di controllo non sono efficaci e la preoccupazione è grande soprattutto in un ospedale che ha la presenza di neonati, spesso tenuti accanto alle mamme».
Il sindacalista richiede «l’adozione di sistemi di sicurezza che impediscano, come ancora avviene in alcuni piani, l’accesso indiscriminato», e richiede «l’installazione di porte che non si possano aprire se non viene consentito dall’interno e controlli che siano efficaci all’ingresso: un portiere e qualche guardia non possono presidiare tutto l’ospedale».
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