VOLLEYIl presidente della Lega Femminile lancia una proposta epocale
«Donne, svolta: giochiamo alle 15»
Mauro Fabris vuole anticipare l’orario abituale della domenica: «La concorrenza del calcio non esiste più»
Una svolta epocale, sicuramente storica, tale da offrire nuove e più ampie prospettive ad un movimento già capace di catturare parecchie simpatie. Mauro Fabris, presidente della Lega Pallavolo Femminile, sceglie La Prealpina per lanciare la sua proposta: spostare dalle 18 alle 15 il canonico orario di inizio delle partite domenicali.
«Ho già informato il Cda e, prima ancora di promovere una ricerca di mercato, vorrei fare un sondaggio sentendo anche il parere dei vostri lettori, che sono tra i più assidui e più attenti sul volley. È giunto il momento che l’orario d’inizio venga anticipato. Paghiamo la monocultura calcistica per la quale solo alla fine della domenica del calcio si poteva cominciare a fare altro, ma da tempo non si gioca più solo la domenica, mentre per le famiglie e per il pubblico a cui noi guardiamo l’orario delle 18 è impegnativo, specie d’inverno. Dobbiamo levarci di torno questa sudditanza, spesso anche economica, perché in alcune realtà il calcio prosciuga tutte le risorse, e introdurre questa novità storica. Basta evitare le concomitanze tenendo conto dei calendari: va solo vinto il blocco mentale. Sono certo che avremmo più attenzione e più affluenza. Ho un altro anno di mandato, mi piacerebbe lasciare questo segno, al di là di quel che è già stato fatto».
Dalla proposta per il domani al tema di oggi: l’esperimento del Club Italia in A1 ha pagato dividendi altissimi visto quanto accaduto ad Ankara con la Nazionale di Bonitta...
«Siamo molto contenti, come Lega, di aver contribuito a questo disegno che l’anno scorso la Fipav ha finalmente strutturato in maniera diversa dal passato. Ci abbiamo creduto ma abbiamo anche dovuto convincere qualche club, mentre Busto è stato tra i primi ad aderire. Aver portato le ragazze azzurre prima in A2 e poi in A1 ha consentito una maturazione che è sotto gli occhi di tutti, a dimostrazione della ricchezza del nostro vivaio. È anche una lezione per i nostri club che devono investire di più nelle nostre ragazze. Però, non so se ripeteremo la cosa nella prossima annata perchè, come ci disse quando l’invitai a spiegare la scelta alle società, il c.t. lo vedeva come un’esperienza da fare nell’anno preolimpico. E devo dire che i risultati in questo senso gli stanno dando ragione».
Dunque, si va nella linea Fipav di avere un’italiana in più in campo?
«Da tre anni facciamo resistenza, perché è evidente che in tal caso lieviterebbero i costi. Però, io ho giocato anche la mia rielezione sul tema del Club Italia: la ma convinzione, di allora e ancor più di oggi, è che possa attirare diverse e nuove attenzioni sul campionato, specie dopo quanto visto in Tv in questi giorni. È un elemento di ricchezza del campionato. Però dobbiamo cercare di compensare i tempi delle Nazionali e i tempi dei club, e qui proprio non ci siamo: sei mesi sono troppo pochi per giustificare gli investimenti dei nostri sponsor. E adesso sono sei mesi meno la pausa per le qualificazioni olimpiche. Davvero non so come faremo a incastrare le date di playoff e finale scudetto visti i prossimi impegni azzurri a Tokyo...».
Fronte Fipav: oggi l’obiettivo principale è organizzare eventi...
«L’ho sempre detto, attirando le ire della Fipav e del suo presidente: penso abbia il potenziale di una macchina da guerra ma che non venga sfruttata, ad esempio in tema di marketing. Ma sono deluso soprattutto dal mancato rapporto costruttivo con i club attorno al tema delle Nazionali. Abbiamo fatto dei sacrifici, vedi l’ammissione del Club Italia, ci saremmo aspettati un rapporto più stretto tra staff azzurro e società. Invece siamo a compartimenti stagni: vedi quanto capitato nei giorni scorsi che ha fatto infuriare Novara, informata solo dalla stessa Bonifacio dell’infortunio di Chirichella. C’è un atteggiamento autoreferenziale e autoincensante: i numeri sono tanta roba ma da soli non bastano. Gli eventi? A livello internazionale si continuano ad organizzare manifestazioni per fare cassa, ma il colmo è che gli Europei non abbiano qualificato per le Olimpiadi, mentre la World Cup sì. Sarà mica normale? Domina il dio denaro: i nostri club per partecipare alle coppe devono pagare diritti alla Cev e si vedono imporre persino il modello delle radioline degli arbitri, che costa il doppio di quello in uso da noi. È il motivo per cui, al di fuori della Champions, le nostre squadre non partecipano alle competizioni continentali. Si sceglie giustamente di investire sul campionato italiano per dare ai nostri sponsor l’opportunità di vedere che i loro investimenti hanno un ritorno in termini di immagine. Pretendere che un imprenditore investa per poi avere solo 6 mesi di visibilità è una follia. Fivb e Cev non lo capiscono, mentre la Fipav, che è brava a portare a casa i Mondiali, non riesce a difenderci rispetto al tema campionato».
LVF Tv: flop o successo?
«Sta andando bene, ma dalla prossima annata sarà tutto diverso. I club unitamente al proprio abbonamento potranno offrire l’abbonamento alla web tv magari per vedere solo la propria squadra. Puntiamo ad un ritorno economico, l’obiettivo è l’autoproduzione da parte dei club per poter poi vendere il prodotto alle Tv internazionali».
Torna Volley Land: la Lega femminile sarà assente?
«No, abbiamo appena firmato l’intesa per cui Montichiari e Club Italia giocheranno una partita al Forum».
© Riproduzione Riservata