Sport
Doping atletica, Malagò: "Nell'atletica nessuno ha barato"
Deferimenti atto dovuto, è un fatto di procedure e comunicazione
Roma, 3 dic. (askanews) - "Si fa molta confusione: i 26 deferimenti della Procura antidoping sono un atto dovuto e solo per gli anni 2009-2012". Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, intervenendo stamane alla trasmissione "Non stop news" su Rtl 102.5. "Questi ragazzi - ha proseguito - non hanno barato, è solo un fatto di procedure di comunicazione della presenza. L'attuale Federatletica non solo è estranea,per certi versi è vittima". Malagò specifica che la Procura antidoping è intervenuta dopo le vicende che riguardavano il caso Schwazer "sulla base degli incartamenti arrivati a pioggia e a singhiozzo dalla Procura di Bolzano". La Procura antidoping "ha disposto questi deferimenti solo e semplicemente in quegli anni, tra il 2009 e il 2012, malgrado nessuno avesse segnalato questo comportamento anomalo, nessuno avesse effettuato un warning, un'ammonizione, un cartellino giallo, e quindi ha dovuto necessariamente predisporre un atto dovuto nei confronti di 26 atleti su un blocco di 65". Malagò ha spiegato la scarsa efficienza del sistema del passato: "un fatto di procedure di comunicazione della loro presenza con dei sistemi che allora non erano quelli attuali, come le app attraverso le quali vengono trasmesse le posizioni: all'epoca bisognava mandare dei fax che poi venivano inviati dalla Federazione alla Procura; insomma, era un sistema molto poco efficiente". Molti atleti sono riusciti a dimostrare la loro buona fede. L'azione della Procura "è un segnale di grandissima serietà e trasparenza, perché dimostra di essere totalmente indipendente. L'attuale Federatletica non solo è estranea ma, per certi versi, è vittima. E il Coni, con tutto il rispetto, esce come un gigante"
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