M.O.
Dopo risoluzione Onu anti-insediamenti, Israele attacca Obama
Netanyahu: Usa non ci han protetto, anzi hanno tramato
Roma, 24 dic. (askanews) - Il governo d'Israele ha reagito con rabbia alla decisione dell'uscente amministrazione Obama degli Stati uniti di permettere che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite approvasse una risoluzione nella quale si chiede lo stop all'espansione delle colonie ebraiche nei Territori palestinesi.
"Israele respinge questa vergognosa risoluzione anti-israeliana presso l'Onu e non si adeguerà ai suoi dettami", recita un comunicato del primo ministro Benjamin Netanyahu. "L'amministrazione Obama - continua - non solo non ha protetto israele contro questo coalizzarsi nell'Onu, ma è stata collusa con esso dietro le quinte".
Netanyahu ha invece espresso un'apertura di credito nei confronti del successore designato di Obama. "Israele - si legge ancora nel comunicato - guarda avanti al lavoro del presidente eletto Donald Trump e con tutti i nostri amici nel Congresso, Repubblicani e anche Democratici, negherà i dannosi effetti di questa assurda risoluzione".
Israele ha inoltre annunciato rappresaglie diplomatiche nei confronti del Senegal e della Nuova Zelanda, due dei paesi che hanno spinto per un voto sulla risoluzione. Lo Stato ebraico non ha relazioni con gli altri due paesi promotosi, Malaysia e Venezuela.
Gli Stati uniti, che hanno diritto di veto nel Consiglio di sicurezza, si sono astenuti nel voto di ieri, permettendo l'adozione della prima risoluzione Onu dal 1979 di condanna a Israele per la sua politica di colonizzazione.
Il testo è stato approvato con il sostegno di tutti i restanti membri del Consiglio di sicurezza, che sono quattordici, e nonostante l'intenso lavoro di lobby da parte di Israele e di Trump per bloccare la risoluzione.
L'amministrazione Obama si è mostrata sempre più insofferente nei confronti dell'espansione delle colonie in Cisgiordania, che Israele occua da circa 50 anni. Ci sono stati crescenti segnali che la costruzione di nuovi insediamenti stia erodendo le possibilità della soluzione a due stati del conflitto israelo-palestinese, che è la base di decenni di negoziati.
Washington da sempre tende a scudare la posizione di Israele nell'Onu, anche usando il suo diritto di veto. E' il più importante alleato dello Stato ebraico e fornisce oltre 3 miliardi di dollari all'anno in aiuti per la difesa. Obama tuttavia ha avuto rapporti spesso tesi con Netanyahu e c'erano segnali che, prima della fine del suo mandato il 20 gennaio, avrebbe consentito il passaggio della risoluzione.
Più favorevole al premier israeliano sembra invece il presidente eletto Trump, il quale ha nominato ambasciatore nel paese David Friedman, favorevole al trasferimento dell'ambasciata a Gerusalemme e sostenitore aperto dell'espansione degli insediamenti.
(Fonte Afp)
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