LA MAPPA DELLO SPACCIO
Due euro, uno spinello
«Vieni a fare un giro?» la frase per riconoscere il pusher. Da piazza Repubbica a via Morosini, acquistare è facilissimo nel centro cittadino
Seduti sui gradini davanti alle vetrine dei negozi. Sulle panchine nel centro. In piedi, ciondoloni, davanti alle fermate degli autobus. I ragazzi si avvicinano e attaccano: «Vieni a fare un giro?». No, non “ci provano” e non è un adescamento. È una delle frasi utilizzate per la compravendita degli spinelli. Una frase-parola d’ordine, insomma. Ci si allontana con il tizio seduto, si procede allo scambio.
La geografia dello spaccio è concentrata lungo l’asse dalle stazioni a piazza Monte Grappa. Si allarga verso piazza Repubblica, dove gli assembramenti di nullafacenti più o meno giovani in alcune ore della giornata, soprattutto il pomeriggio, lasciano pochi dubbi sul tipo di attività che svolgono. Così i ragazzini che vogliono farsi una canna imparano in fretta dove bazzicare, una volta usciti da scuola. C’è piazza Repubblica, dove lo smantellamento dei gradoni più vicini al centro commerciale ha avuto come risultato la possibilità di un controllo maggiore ma anche il trasloco dei perditempo più in là, verso via Spinelli, o nell’appezzamento verde accanto al monumento ai caduti. Come è noto, la piazza è anche simbolo della Varese multietnica. Vicino ai gradoni si ritrovano di solito i nordafricani, mentre accanto al monumento si radunano immigrati di vari continenti. Se i capi dello spaccio sul territorio varesino pare siano soprattutto stranieri, lo smercio, gli ultimi anelli della catena, sono rappresentati da ragazzi e ragazzini della porta accanto, italiani e assolutamente insospettabili.
Lungo via Morosini e corso Moro, la possibilità di incontrare i venditori “al dettaglio” di cannabinoidi, di solito marijuana. Un’altra zona di spaccio è quella di Belforte. «La consegna avviene spesso anche a domicilio, tra persone e ragazzini che si conoscono e che per non correre rischi si trovano appunto sotto casa dell’acquirente», dice Claudio Tosetto, responsabile dell’Unità operativa di Prevenzione e cura delle condizioni di dipendenza dell’Asst Sette Laghi (servizio che un tempo era “sotto” l’Asl, ora Ats, e che ora fa capo ad Adelina Salzillo, direttore sociosanitaria dell’Asst coordinata dal dg Callisto Bravi).
I costi
Farsi una canna costa davvero poco. Due o tre euro in cambio, di solito, di un involucro di stagnola. I prezzi? Un paio d’euro per uno spinello, la cannabis viene venduta di solito una decina di euro o poco più al grammo. Si mischia al tabacco e si ricavano quattro o cinque sigarette. All’interno della cartina, vi può essere in realtà di tutto. Anche cannabinoidi geneticamente modificati con sostanze trattate con ammoniaca.
I numeri
Al momento sono una ottantina i pazienti in carico al servizio di Prevenzione e ovviamente rappresentano solo la punta dell’iceberg del fenomeno: ragazzi fino ai 21 anni seguiti dal progetto Cont@tto che fanno così tanto uso di hascisc e marijuana da essere in cura. Nel tempo, per le varie forme di abuso, sono stati seguiti 300 ragazzi di cui almeno l’80 per cento fuma spinelli. Un passatempo tanto pericoloso quanto poco costoso. E a cui è sempre più facile accedere. Basta farsi un giro, sostare alle fermate degli autobus, sedersi sulla soglia di un negozio, per avvicinare il pusher, fargli la fatidica domanda “Vieni a fare un giro?” e mettersi in tasca poco dopo la marijuana.
Gli effetti
Un allarme ormai consolidato, quello dell’utilizzo di cannabinoidi a 11-12 anni. A questa età - dunque tra bambini delle scuole medie - i primi contatti. E al liceo andare in centro a farsi un giro e a recuperare lo spinello è semplice come farsi una “vasca” in corso. «I rischi per la salute diventano esponenziali quando si assumono cannabinoidi e alcol e il mix rappresenta la conseguenza più usuale - spiega Tosetto - ancora più che il consumo di altre sostanze stupefacenti». Lo spinello viene a torto considerato una trasgressione non particolarmente grave. Errore. La dipendenza non psicologica è un cappio al collo di ragazzini.
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