IL CASO
Duecento islamici lasciati per strada
Chiusa l’area di via Pacinotti, annullata la preghiera del venerdì. L’imam: nostra incomprensione
Venerdì 17 febbraio 2017. Via Pacinotti. Ore 13.
L’imam Ayed Djellil si mette in un punto del marciapiede ben visibile da tutti, cerca di alzare il più possibile la voce in modo da farsi sentire bene anche da chi è più distante e con tono sereno parla a circa duecento musulmani un po’ stupiti un po’ irritati dal fatto che ancora non sia iniziata la rituale preghiera comunitaria perché il cancello dell’area comunale da anni utilizzata rimane inspiegabilmente chiuso.
«Oggi c’è questo piccolo problema, a causa di una nostra incomprensione. Quindi, dobbiamo capire che non c’era nessuna intenzione di negarci il posto. In secondo luogo, chi è venuto qui avrà la sua ricompensa da Dio per lo sforzo compiuto e potrà comunque pregare a casa. Adesso ci disperdiamo in tutta calma». Detto fatto.
Il punto di riferimento della Comunità islamica di Gallarate e del Gallaratese, appunto Djellil, almeno sotto il profilo della preghiera, riesce a trasformare l’imprevisto negativo in mossa positiva riannodando in un sol colpo i fili del dialogo con la giunta civica. Che non è più di centrosinistra, ma è di centrodestra con a capo un leghista.
«Ma bisogna - dice Djellil - distinguere i politici in campagna elettorale e all’amministrazione».
Articolo sulla Prealpina di sabato 18 febbraio.
© Riproduzione Riservata