IL BILANCIO
Duemilalibri, finale “aperto”
Dopo l’ultimo atto con Premio Chiara, Alex e Cazzullo, l’assessore Peroni traccia un quadro positivo: «Felici ma la sfida continua, nei tè letterari»
La fine è solo l’inizio: «Per quanto suoni paradossale, questa giornata non segna la fine della rassegna libraria, ma il suo inizio, perché si susseguiranno incontri con l’autore secondo una formula più intima e informale, attorno ad una tazza di tè». L’assessore alla cultura Isabella Peroni non poteva frenare la soddisfazione per avere ritrovato Duemilalibri, dopo la rottamazione delle edizioni monotematiche giudicate «troppo limitative», secondo una modalità ripresa dalla sua precedente gestione ai tempi del sindaco Mucci, ma pure rinnovata con una novità, una coda, che attraverso un cambio di prospettiva lei stessa definisce il cuore della rassegna. «In fondo, questa settimana è stata come un avvio intenso e generoso del festival. Quello che si apre ora con la serie di otto tè letterari segnerà il suo consolidamento, la presenza continuativa nel tempo, perché Duemilalibri non venga avvertito come un evento episodico».
Dopo il gran finale di domenica 22, con la passerella dei finalisti del Premio Chiara al Maga e il doppio pienone al teatro Condominio con Leonardo “Alex” Cecchi e Aldo Cazzullo, il primo appuntamento con il dopo festival è già per dopodomani, alle 17, con Andrea Rognoni autore di “Geostoria della civiltà lombarda”. Tutti i tè letterari si terranno il mercoledì, alla stessa ora, a Palazzo Borghi, eccetto gli ultimi due, il 13 e il 20 dicembre, previsti in biblioteca. In più, ci sono altri due incontri: il 17 novembre con Marco Bianchi e il suo “Cucinare è un atto d’amore” al Condominio e il 19 novembre con l’ultimo libro di Gianrico Carofiglio al Maga.
In quanto alla diciottesima edizione di Duemilalibri, i numeri parlano chiaro: «Ci avviciniamo al ventennale. Ricordo ancora la prima edizione in piazza Libertà, poi al tendone nel Broletto. Pure tra le difficoltà, non è saltato neanche un anno e questo non è un particolare da poco. La formula di quest’anno è stata indubbiamente un successo che riproporremo anche i prossimi anni. Abbiamo avuto un’ottima risposta di pubblico per tutti gli incontri, sia quelli che si annunciavano già molto gettonati per la celebrità dell’autore, sia gli altri, che ci hanno consentito di conoscere storie sorprendenti come quella del giro del mondo con mezzi di ventura, o il caso del medico che ha perso i ricordi di dodici anni. Ci sono state poi le preziose collaborazioni con le librerie, con le scuole, con il Premio Chiara, con la Lilt e con il comune di Busto Arsizio, che intendiamo portare avanti e approfondire in futuro. Le premesse ci sono tutte. E anche la volontà e la sintonia», conclude l’assessore alla cultura gallaratese.
Soddisfatta anche Sara Trezzi della Biblos Mondadori che parla senza riserve di una edizione estremamente positiva, la migliore degli ultimi anni, per la varietà di generi «che ha favorito il richiamo di numeroso pubblico». Più critica la voce di Anna Carù, che ricorda con nostalgia il mercato dei libri, già rottamato lo scorso anno: «Fosse per me lo reintrodurrei, ma in Comune la pensano diversamente».
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