FILM
Ecco il festival del cinema povero
Dopo il successo delle prime due edizioni torna in più luoghi del territorio il Festival internazionale del cinema povero. Anzi, è tornato, perché la rassegna di film e documentari provenienti da ogni parte del mondo si è inaugurata il 3 settembre a Ispra con una prima tornata di proiezioni. Sempre a Ispra è prevista la passerella finale, dal 23 al 25 settembre all’auditorium San Giovanni Bosco. Nel mezzo, diversi altri appuntamenti durante i quali si potranno vedere i dieci film selezionati dalla giuria tra le 173 opere che hanno partecipato al concorso. Ecco gli appuntamenti: venerdì 16 settembre alle ore 21 al museo Floriano Bodini di Gemonio; sabato 17 alle ore 21 al Museo d’arte moderna e contemporanea del castello di Masnago a Varese. È in questa sede che verrà premiato con la Targa del Comune di Varese il film che più degli altri avrà ricevuto i voti del pubblico nelle serate di proiezione, tutte a ingresso libero. Nella serata finale, quella di Ispra, verrà invece consegnato Il Nasso, il premio realizzato dallo scultore Cesare Ottaviano, oltre alle targhe della Provincia e del Comune di Varese, della Città di Ispra, del Comitato culturale Jrc e dello sponsor Chicco d’Oro. In via eccezionale verrà dato un premio anche a un regista iraniano che, ispirandosi a Tim Burton, ha girato con una tecnica particolare usando oggetti raccolti dalla spazzatura.
Ma vediamo quali sono le opere finaliste. Tra i film: «Coming to terms» David Bertran (Usa/Spagna), «Djinn tonic» di Domenico Guidetti (Italia), «Il tamaringo» di Stefano Valentini (Italia), «La tete de l’emploi di Wilfried Meance» (Francia), «Refugee camp» di Sahaad Naghavian (Iran), «From the eastern land» di Sarah Tabibzadeh (Iran).
I documentari finalisti sono invece: «Felicittà» di Laboratorio laser - Fondazione Diamante (Lugano, Svizzera), «Piero Gerelli - Il fluire della vita» di Simone Rigamonti (Italia), «The postmodern pioneer plaque» di Boris Kozlov (Spagna), «Africa & sport» del varesino Roberto Bof.
Il premio Opera Prima va invece ad «Anime nel tempo» di Roberto Lelli. Il direttore artistico nonché ideatore del Festival è Giancarlo Buzzi, autore teatrale e regista, affiancato dal filmmaker Fernando Dos Santos, dal documentarista Giancarlo Samaritani, dalla reporter Silvia Minella e dal giovane regista Francesco Cozzupoli. Anima le serate Pierre Ley.
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