L’APPELLO
Emergenza senzatetto: subito un vertice
Dopo la morte di Jorge, il prevosto: «Serve un tavolo di confronto»
«La scomparsa di Jorge ci spinga a investire sul futuro e sulla dignità della persona umana nelle nostre città. Si faccia un tavolo di confronto, tutti insieme». Anche monsignor Ivano Valagussa, non ha voluto far mancare il suo ricordo verso il senza tetto di origini rumene che ha perso la vita nell’ex deposito delle Ferrovie dello Stato in via Pacinotti.
«Non lo conoscevo di persona», racconta.
«Ma so che partecipava alla mensa del Buon samaritano. Era descritto come una persona molto buona, educata, che non ha mai messo in mostra i suoi bisogni. Così anche questa fine ci fa capire come, forse, non è riuscito nemmeno quest’ultima volta, a segnalare la sua situazione di necessità».
La morte di una persona è ancora più dura per il disagio che rappresenta.
«Ogni morte crea un grande dolore. Questa di Jorge, per la sua condizione di povertà, oltre che tristezza, ci deve portare la voglia di interrogarci». È proprio dalla necessità di farsi domande che arrivano le due considerazioni del prevosto gallaratese.
La prima è legata al volontariato.
«Da qui emerge l’importanza del lavoro che viene svolto dalle persone che si relazionano, ogni giorno, con chi vive in situazioni di emergenza. Fa capire quanto è prezioso quello che già viene fatto. Le persone impegnate in questi ambiti spesso vengono viste come individui che non hanno altro da fare. Invece l’importanza dei loro gesti è grandissima».
Una riflessione che si rivolge a tutte le personalità coinvolte con il terzo settore.
«Penso agli assistenti sociali, alla Caritas, ma anche a tutte le associazioni o cooperative che operano nel sociale. Ringraziamo il volontariato per l’impegno che mette nel sostenere la ricerca di cibo, di una casa, in questo tessuto di solidarietà che va riscoperto e riconosciuto, oltre che stimato».
La seconda considerazione, invece, spinge ad andare oltre.
«Questa triste notizia ci interpella su cosa possiamo fare di più. Per rispondere a questa domanda, forse, vale la pena trovarsi insieme e rispondere insieme, dalle istituzioni alle associazioni. Servirà per capire i bisogni e le situazioni nuove che non sempre riusciamo ad accogliere».
Si riapre, dunque, la strada del dialogo, incentivata anche dal prevosto gallaratese, per cercare di coinvolgere un numero maggiore di persone, con la speranza che con più voci, si arrivi a una soluzione.
«Spero che questa sia un’occasione anche per riprendere il tema dei migranti, che vivono in grave disagio, anche nella nostra città. Domenica si celebra la giornata mondiale dei migranti e rifugiati: con un messaggio di Papa Francesco. Sembra quasi fatto apposta: per noi sarà un’occasione di preghiera per Jorge, e anche per tutti coloro che sono nella sua situazione. Perché questi non sono temi, sono persone».
Ampio servizio sulla Prealpina di giovedì 11 gennaio.
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