Riforme
Endorsement ambasciatore Usa pro referendum. Fronte no insorge
Da Fi a Lega, da Si a M5s e Fdi:inaccettabile ingerenza. Bersani: per chi ci prendono? E guardano a Mattarella
Roma, 13 set. (askanews) - Un endorsement che diventa un caso politico. A pronunciare le parole che fanno infuriare tutte le opposizioni e danno benzina allo scontro sulle riforme è l'ambasciatore americano in Italia, John Phillips. Se al referendum vincesse il no - dice - il Paese farebbe "un grosso passo indietro". E ancora: "Quello che serve all'Italia è la stabilità e le riforme assicurano stabilità, per questo il referendum apre una speranza". Nel corso di un incontro sulle relazioni transatlantiche organizzato a Roma all'istituto di studi americani, Phillips afferma anche che "Renzi ha svolto un compito importante ed è considerato con grandissima stima da Obama, che apprezza la sua leadership".
Parole che suscitano una secca reazione del fronte del No, che si appella a Sergio Mattarella chiedendogli di considerare addirittura, come fa il senatore leghista Roberto Calderoli, se non sia il caso di ritirare il gradimento all'ambasciatore.
Dal fronte della maggioranza è la minoranza Pd a mettere la presa di posizione di Phillps nel mirino. Dice l'ex segretario Pier Luigi Bersani: "le parole dell'ambasciatore americano: "sono cose da non credere. Per chi ci prendono?". Dal fronte dell'opposizione, invece, è un coro. Attacca il leader del Carroccio, Matteo Salvini. "Si faccia gli affari suoi - dice - e non interferisca, come troppe volte è già accaduto in passato, nelle vicende interne italiane".
Ad appellarsi al presidente della Repubblica è anche Forza Italia che accusa Phillips di "ingerenza inaccettabile". Il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta, si augura che tali parole siano "precisate e auspicabilmente rettificate". "Chiediamo, ad ogni modo, una parola in merito - aggiunge - da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che fino a prova contraria è il premier di tutti gli italiani e che quindi ha il dovere di garantire, a livello internazionale, l'onorabilità e la libertà del Paese e dei loro cittadini". Sulla stessa linea la leader di Fdi, Giorgia Meloni. "Renzi - sostiene - dimostri di non essere un inutile fantoccio e pretenda le scuse immediate e formali da parte degli Usa. Renzi viene pagato dagli italiani per difendere la sovranità nazionale, non per fare il lacchè di lobby e grande aziende".
Ironica Sinistra italiana con Nicola Fratoianni. "Dopo Marchionne residente in Svizzera - scrive su Twitter - oggi arriva anche il sì dell'ambasciatore statunitense nel nostro Paese. Tutto naturalmente per l'interesse degli italiani". Meno solerte, ma arriva anche la replica a Phillips del Movimento5stelle. "Quello dell'ambasciatore statunitense a Roma - affermano i pentastellati - ci sembra un intervento irrituale e appare come una grave ingerenza negli affari interni di un altro Paese".
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