IL COMMIATO
Fabozzi in pensione: commiato da amici
A riposo il responsabile dell’Ufficio passaporti della Questura «poliziotto e uomo esemplare»
Un tributo alla sua professionalità ma anche e soprattutto alla sua grande umanità, che gli ha consentito di dipanare matasse intricate e di assecondare le richieste pressanti - e non di rado immotivate - di cittadini in ritardo con la regolarizzazione dei passaporti e già pronti con un biglietto areo in mano per le più disparate località del Pianeta.
«Nella giornata di ieri, giovedì 28 settembre, abbiamo salutato il Sostituto Commissario della Polizia di Stato, Filippo Fabozzi, che dopo oltre 42 anni di servizio è andato in pensione».
L’annuncio alla stampa l’ha dato, a nome del questore, Giovanni Pepè, del prefetto Giorgio Zanzi e dei tanti colleghi di Fabozzi, il responsabile delle relazioni esterne della polizia di Stato varesina, il commissario Luigi Marsico.
Entrato in Polizia nel 1980, dopo aver frequentato la Scuola Allievi Agenti di Trieste, Fabozzi è stato successivamente inviato alla Scuola tecnica di Polizia di Roma dove è rimasto fino al 1982, anno in cui è stato assegnato alla Questura di Varese, con l’incarico di addetto all’Ufficio Passaporti.
Nel 1985 ha frequentato all’Istituto di Formazione per Ispettore di Nettuno il corso di vicesovrintendente e nel 1986 è stato assegnato al Reparto Mobile di Milano con le mansioni di Responsabile della Squadra.
Dal 16 aprile 1987, su domanda, è stato trasferito alla Questura di Varese, dove ha svolto le mansioni di Capoturno delle Volanti e, dal 1990, è stato assegnato all’Ufficio Passaporti diventandone poi responsabile.
Conosciuto da tutti per la sua professionalità, il suo impegno discreto e incondizionato, Fabozzi «è stato un punto di riferimento non solo per i cittadini ma anche per il personale della Questura».
«Salutiamo perciò il poliziotto e l’amico Filippo, con ammirazione e lo abbracciamo con grande affetto».
Un saluto che vale una vita di sacrifici in divisa e dinanzi al quale, col suo solito aplomb, Fabozzi proverà schermirsi. Questa volta senza riuscirci.
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