VIOLENZA DI GENERE
Femminicidio: sempre più vittime in Italia
Il nostro Paese è tra i primi 5 Stati europei con il più alto numero di donne uccise, in molti casi dal partner o dall’ex partner
Femminicidi, maschilismo e cultura patriarcale sono solo alcuni dei temi più inflazionati di questi giorni.
Stando ai dati Unodc, l’ufficio Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, il nostro Paese è tra i primi 5 Stati europei con il più alto numero di donne uccise, insieme a Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. Successivamente si trovano Polonia, Romania, Austria, Paesi Bassi, Lettonia e Grecia. Le nazioni, invece, con un indice di femminicidi più basso, a livello europeo, sono Belgio, Irlanda, Estonia e Islanda.
Il 2023, fino ad ora, ha registrato sul suolo italiano 225 omicidi, 77 dei quali avevano come vittima una donna. In 61 casi l’uccisione è stata compiuta in ambito famigliare o affettivo, in 38 di essi la morte è stata causata dalla mano del partner o dell’ex partner.
Confrontando lo stesso periodo dello scorso anno, gli omicidi commessi erano stati 215, mentre i delitti commessi in ambito familiare o affettivo hanno visto un triste aumento del 2%.
Nella Penisola non esiste un riconoscimento legale del fenomeno: limitatamente al diritto penale, oggi il termine “femminicidio” non è contemplato e non indica un reato a sé. Si tengono conto di aggravanti per la violenza domestica e sessuale, maltrattamenti, la parentela con la vittima o la concomitanza di altri reati, ma non per il movente di genere.
Forse l’Italia dovrebbe seguire l’esempio di Cipro, che ha inserito nel proprio ordinamento giuridico il reato di femminicidio.
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