ABUSO D’UFFICIO
Ferno, comandante Rachele: caso archiviato
Sul capo della Polizia locale non emersi altri elementi
«Sono innocente e lo dimostrerò», disse Nicolò Rachele dopo l’insediamento al comando dei vigili urbani di Casorezzo. Perché quando si piazzò in cima alla graduatoria per quel posto risultava ancora indagato per abuso di ufficio (con ipotesi alternativa di turbativa di gara), reato che avrebbe commesso quando ancora coordinava la polizia locale di Ferno.
Ebbene, nei giorni scorsi il pubblico ministero Nadia Calcaterra ha chiesto l’archiviazione del fascicolo. Ma l’atto trasmesso al gip non decreta l’infondatezza del sospetto che qualcuno avesse fornito le risposte del quiz all’aspirante vigilessa coindagata di Rachele, né sancisce l’estraneità del comandante nell’eventuale fuga delle soluzioni. «Sebbene l’anomalia della vicenda, valutata parallelamente ai dati acquisiti nel corso degli accertamenti, induca a ritenere la verosimiglianza di condotte fraudolente o favoritrici degli indagati, lo standard probatorio imposto dalla riforma Cartabia non consente di superare il vaglio dimostrativo», è la sintesi della richiesta della procura.
L’INDAGINE
L’indagine nacque a marzo dell’anno scorso su segnalazione di anomalie nel concorso per la copertura di due agenti, rilevate dal sindaco Sarah Foti. La prova consisteva in trenta domande a scelta triplice da consegnare in massimo mezz’ora. Qualche giorno dopo l’esame, la candidata non ammessa annunciò l’intenzione di chiedere l’accesso agli atti perché riteneva impossibile essersi collocata a fondo classifica. Sicché i funzionari visionarono il suo compito confrontandolo con quello corretto e di fatto sì, non ne aveva azzeccata quasi una.
C’era però una stranezza: l’indagata aveva risposto seguendo l’ordine numerico che il Comune aveva consegnato alla società di servizi informatici che si occupa di concorsi.
Nessuno sapeva né immaginava che l’azienda inserita nel portale della Consip avrebbe mutato a ogni concorrente la sequenza dei quesiti, ulteriore escamotage per evitare esiti truccati di gare. In più l’indagata - che tra l’altro prestava già servizio nella polizia municipale di un piccolo paese del Varesotto - ultimò il compito in soli ventuno minuti e trenta secondi. Chi conosceva la versione dell’esame precedente alle variazioni della srl? Quattro soggetti ossia, tolta la società, Rachele e altri due funzionari, quelli che portarono il caso a conoscenza del sindaco. Il comandante, come risultò dall’attività investigativa, aveva frequenti contatti telefonici con la candidata in questione e anche il giorno della prova ce ne furono. Ma perquisizioni e analisi dei cellulari non hanno portato altri elementi probatori. Quindi Rachele può chiudere la vicenda nel cassetto dei brutti ricordi.
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