2 GIUGNO
Festa della Repubblica in silenzio
Non solo Saronno senza celebrazioni («Motivi di sicurezza»). Salvini stoppa tutti i sindaci leghisti: «Niente da festeggiare»
Il primo ad annunciare l’«astensione» è stato, due giorni fa, il sindaco di Saronno Raffaele Fagioli. Che aveva comunicato come, per la prima volta, a Saronno non ci saranno neppure le celebrazioni, secondo il Comune per motivi di «ordine pubblico». Questa la spiegazione della decisione, a sorpresa, di non organizzare nulla per il 2 giugno, Festa della Repubblica italiana.
Gianangelo Tosi, assessore comunale della nuova amministrazione di centrodestra ed esponente di Fratelli d’Italia, spiegava così la scelta della giunta: «Il primo cittadino ha deciso di non esporre la città al rischio di contestazioni e disordini, ritenendo sufficiente rimandare le celebrazioni alla manifestazioni già organizzate, come di consueto, nel capoluogo provinciale». Insomma, chi vorrà festeggiare dovrà andare sino a Varese e secondo il Comune è tutta colpa dei «soliti Telos».
Ieri, però, l’annuncio che coinvolge altre amministrazioni a guida leghista, numerose, per bocca direttamente del segretario federale Matteo Salvini. «Oggi (giovedì 1, ndr) scriverò ai 300 sindaci della Lega ed ai 3000 amministratori perché il 2 giugno si tengano lontani da qualsiasi celebrazione. Non c’e’ nulla da festeggiare con prefetti che stanno riempiendo l’Italia di immigrati», ha detto Salvini parlando a Grugliasco, nel torinese, una delle tappe piemontesi in vista delle prossime amministrative. «I nostri amministratori si tengano lontano da qualsiasi ipocrisia - ha aggiunto -. Noi non facciamo le comparse,in questo Paese c’è davvero poco da festeggiare».
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