LA PROTESTA
Fiaccole e monito: le mamme non sono sole
Massiccia adesione alla manifestazione indetta a difesa del Punto nascite dell’ospedale di Angera
Le mamme d'Angera non sono sole. E faranno bene le istituzioni ad ascoltare la loro protesta, perché con la massa non si scherza quando la massa difende il diritto individualissimo della persona. Di ogni persona.
Questo è il messaggio inviato il pomeriggio di sabato 7 gennaio, dalle Mamme d’Angera, donne che come le loro colleghe di Domodossola lustri fa, stanno difendendo col “loro” ospedale, il diritto ad avere un servizio essenziale: l’assistenza a chi partorisce e ai bambini malati di un territorio altrimenti penalizzato dall’essere periferico rispetto ai grandi centri ospedalieri.
Una battaglia persa in tempi recenti dalla vicina Arona, una battaglia da vincere anche per dare punti di riferimento assistenziali alle genti del Piemonte.
Angera e non solo s’è dunque mobilitata anche oggi (un migliaio le persone che hanno sfidato il gelo) e l’ha fatto scaldandosi il cuore con le fiaccole d’una sacrosanta protesta, dell’impeto civico, del rifiuto netto di accomodamenti e prese in giro.
Un segnale alle istituzioni, si diceva: il tavolo nazionale convocato col ministro della Salute e il governatore della Lombardia sarà presto a un bivio. Riorganizzare conti e servizi tenendo conto dei destinatari dell’assistenza sanitaria. Che sono migliaia ma soprattutto uno: il paziente, che non è un numero. Proprio come le Mamma di Angera, che non solo quelle che da un mese stanno suonando la sveglia a chi si fa soffiare sotto il naso servizi dovuti, da manager strapagati per fare virtuoso esercizi di ragionieria.
Servizio sulla Prealpina di domenica 8 gennaio.
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