Lazio
Fondi Lazio, prosciolto l'ex consigliere Pdl Carlo De Romanis
Rinvio a giudizio per altri 3 ex rappresentanti del partito
Roma, 2 ott. (askanews) - Cadono in udienza preliminare le accuse all'ex consigliere regionale del Pdl, Carlo De Romanis, in relazione all'uso dei fondi elettorali e ad una serie di fatture false. Con lui è stato prosciolto anche il presidente di una associazione, Emanuele Occhipinti. La decisione è del giudice dell'udienza preliminare Elisabetta Pierazzi.
Il rinvio a giudizio, su richiesta del pm Alberto Pioletti, è stato invece deciso nei confronti degli ex compagni di partito di De Romanis (ai tempi della giunta guidata da Renata Polverini): Lidia Nobili, Romolo del Balzo e Stefano Galetto. Tutti erano accusati, a seconda delle posizioni, di truffa e peculato.
A processo anche altri tre operatori commerciali che erano chiamati in causa in merito al giro di fatture false e rimborsi non dovuti. La prima udienza del processo è stata stabilita per il 16 gennaio prossimo. Il periodo di riferimento delle contestazioni va dal 2010 al 2012.
L'avvocato Nicola Madia, difensore di De Romanis e Occhipinti, fuori dall'aula ha spiegato: "Dopo mesi di linciaggio mediatico alimentato da accuse assolutamente inesistenti su feste faraoniche fatte con i soldi pubblici, oggi il giudice ha sancito che nemmeno un euro di danaro pubblico è stato mai speso in modo improprio o a fini illeciti. Il proscioglimento sta a dimostrare tutto questo".
De Romanis era stato al centro di un "mostruoso linciaggio mediatico" - ha ribadito ancora il penalista - per la festa a tema dell'antica Roma e che contrassegnò la vicenda anche del 'Batman di Anagni' Franco Fiorito, l'ex capogruppo Pdl condannato proprio per l'uso dei fondi pubblici. "Oggi De Romanis vive all'estero - ha continuato l'avvocato Nicola Madia - Lavora nel settore del turismo. La cosa grave è che ha dovuto abbandonare le sue aspirazioni per una cosa crollata in udienza preliminare".
Eppure "sin dal primo giorno - ha spiegato il penalista - è stato detto e dimostrato al pubblico ministero che per ogni spesa c'era un giustificativo". Riguardo a Fiorito, che lo denunciò a suo tempo, De Romanis spiegò agli inquirenti: "Ho promosso io la mozione di sfiducia contro di lui e, se non l'ho fatto prima, è perché non era certo facile per un consigliere 30enne andare contro un politico potente e navigato. Era in grado di renderti impossibile la vita in consiglio regionale. La sua denuncia è una vendetta".
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