LA VERTENZA
Forni Whirlpool: è... gelo
Grande adesione allo sciopero: lunedì 26 giugno incontro azienda-sindacati
«Pretendiamo risposte certe»: lo dicono a gran voce i dipendenti del settore forni di Whirlpool che ieri, giovedì 22 giugno. hanno incrociato le braccia dalle 8 a mezzogiorno, per protestare contro il calo di lavoro nel loro settore. E lo ribadiscono con forza i sindacalisti di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil che si sono mossi immediatamente dopo la doccia gelata ricevuta mercoledì 21 giugno.
Doccia gelata perchè soltanto due giorni prima a Roma l’azienda li aveva incontrati e non aveva annunciato nessun elemento critico per i reparti varesini.
Un cambiamento in corsa che proprio non è stato digerito e che ha fatto scattare la protesta immediata.
Ieri l’adesione allo sciopero, con presidio in portineria, è stata massiccia e, per i prossimi giorni, se non sarà fatta chiarezza, sono pronti a fermarsi anche i colleghi dei reparti frigor e microonde. Intanto, un primo risultato è stato raggiunto.
Una delegazione ha incontrato la direzione aziendale ed è stato fissato un incontro ufficiale azienda-sindacati per il pomeriggio di lunedì 26 giugno.
Tutto dipenderà da ciò che emergerà da quel confronto diretto.
«I vertici dell’azienda devono spiegarci che cosa sta succedendo - sottolinea Stefania Filetti, segretaria provinciale Fiom Cgil - Se dietro al calo produttivo e ai cambiamenti in corsa ci sono delle motivazioni precise, ce le spieghino e ci diano delle date certe. Se invece dietro ci sono manovre strane a noi sconosciute, differenti da quanto scritto nel piano Italia, allora denunceremo la messa in discussione del piano stesso».
La linea sindacale è unitaria. Anche Francesco Nicolia, segretario Uilm Uil, chiede «chiarezza, perchè- dice - non è possibile che i piano produttivi non abbiano certezze e siano cambiati nel giro di due giorni».
La criticità riguarda, appunto, la produzione dei forni. Le previsioni dell’azienda per il 2017 parlavano di circa 550mila pezzi, vale a dire 189mila in più rispetto al 2016. Al momento ne mancano all’appello circa 200mila, cifra che a luglio avrebbe dovuto far scattare la produzione su turni già organizzata. Invece nulla. E lavoratori e sindacalisti non ci stanno. Tanto più che Cassinetta «ha già dato - ribadiscono Matteo Berardi (Fiom), Tiziano Franceschetti (Fim) e Chiara Cola (Uilm) - visto che da qui sono stati tolti i piani cottura e il magazzino ricambi. Non possiamo permetterci altri tagli».
Insomma, la linea è quella della fermezza .
«Noi lunedì saremo disponibili all’ascolto ma anche fermi nelle nostre posizioni e decisioni - spiega Paolo Carini, segretario Fimm Cisl -. Non è tollerabile che si manifesti un problema sui forni il giorno dopo di un incontro ufficiale in cui ci è stato detto che non ci sono criticità. Noi vogliamo sapere dove sta il problema, senza lungaggini o risposte vaghe. Ci devono presentare la realtà così come è».
In caso contrario, sono già pronte nel cassetto ulteriori forme di protesta. Dietro l’angolo c’è il blocco di tutta Cassinetta.
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