GUARDIA DI FINANZA
Fatture false per 50 milioni, perquisizioni a Legnano
Nove persone e 18 società coinvolte nell’indagine delle fiamme gialle di Milano allargata anche in quattro regioni. Presunta frode finalizzata al riciclaggio
Frode fiscale, riciclaggio e somministrazione illecita di manodopera: sono i reati emersi dalle 40 perquisizioni eseguite dai finanzieri del Comando Provinciale Milano, su delega della Procura della Repubblica di Monza, che hanno dato esecuzione ad un decreto emesso nei confronti di numerose persone fisiche e società ubicate in Lombardia, Liguria, Puglia e Calabria. Ben sei perquisizioni, sulle quali vige il massimo riserbo, hanno riguardato Legnano e i comuni limitrofi.
LE INDAGINI
L’articolata indagine è condotta dai militari del Gruppo Sesto San Giovanni ed ha permesso di svelare l’esistenza di un’insidiosa organizzazione dedita al riciclaggio di proventi illeciti, derivanti da un’articolata frode fiscale nel settore dei servizi alle imprese. Nel sistema fraudolento sono coinvolte, a vario titolo, nove persone fisiche nonché 18 società attraverso cui venivano illecitamente veicolati i flussi di denaro. Le perquisizioni, eseguite da oltre 90 finanzieri appartenenti a diversi Reparti del Comando Provinciale, hanno permesso di sequestrare rilevante documentazione contabile, extracontabile ed informatica.
LA SOCIETA’ EPICENTRO
L’operazione di servizio è stata supportata da unità cinofile cash dog specializzate nella ricerca di banconote. Gli accertamenti investigativi si sono concentrati su una società brianzola operante nel settore dell’imballaggio e confezionamento che si è rivelata vero e proprio epicentro di una fitta rete di numerosi altri soggetti economici, operanti in molteplici settori (logistica, trasporti, servizi di pulizia, sicurezza) i quali, basandosi sull’emissione di fatture false per 50 milioni di euro e mancato versamento di contributi previdenziali, riuscivano a fornire ai clienti finali
mano d’opera a prezzi nettamente inferiori a quelli di mercato, effettuando di fatto una “somministrazione illecita di manodopera” basata su contratti di appalto “non genuini”.
IL RICICLAGGIO
Le investigazioni hanno consentito altresì di rilevare come i proventi delle attività illecite venivano riciclati attraverso il trasferimento di somme su conti correnti intestati a soggetti compiacenti, che venivano poi prelevate in contanti e retrocesse agli artefici della frode. Il procedimento legale è ancora nella fase delle indagini preliminari.
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