L’EVENTO
Duemilalibri, Gambarotta fa rivivere Simenon
Aneddoti e ricordi nella serata gallaratese dedicata al narratore belga
“Fu Simenon a dirmi del Vajont. Lo incontrai esattamente sessant’anni fa, io avevo 26 anni e da un anno ero cameraman alla Rai. Lui di anni ne aveva sessanta e di lui non sapevo nulla se non che aveva scritto i romanzi di Maigret. Ma io avevo fatto studi tecnici e a quel tempo volevo recuperare leggendo mappazze mostruose, il Doktor Faustus a pranzo e cena, non i gialli. Lui mi aspettava davanti alla sua villa e mi disse che in Italia si era rotta una diga a Vittorio Veneto e c’erano state migliaia di morti. Dopo una settimana di riprese a cui aveva acconsentito, regalò a ciascuno di noi un libro con dedica personalizzata. A me regalò il libro che avete tradotto come “Luci nella notte” e dalla dedica ho capito che lui mi aveva osservato in tutto quello che facevo mentre lo riprendevo. Soprattutto ci ha fatto riprendere il giardino, le sue passeggiate… e ricordo sua figlia, una bambina bionda, che lo seguiva e lo imitava». Bruno Gambarotta a Duemilalibri racconta il suo incontro con Georges Simenon nella serata dedicata al narratore belga a centovent’anni dalla nascita.
ANEDDOTI E RICORDI
Un incontro di aneddoti, ricordi, focus sui temi e sulla lingua attraverso gli ospiti, tutti in qualche modo legati a Simenon. Accanto a lui, infatti, Ena Marchi, la traduttrice per Adelphi dei romanzi di Simenon e Valerio Varesi, dai francesi definito “il Simenon italiano”. E a moderare uno dei massimi esperti del genere giallo e noir in Italia, Luca Crovi, il cui padre, Raffaele, aveva rinnovato a Simenon il contratto per Mondadori, e la cui madre, Luisa Scandolo, dello scrittore aveva tradotto quattro libri. Nel pomeriggio il festival del libro a Gallarate ha accolto Enrico Brizzi con il suo libro su Enzo Ferrari, e che ha sottolineato come per lui perpetuare la scrittura è sempre stata la cosa più importante.
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