IN TRIBUNALE
Ex barista fermato con anfetamina sviene in aula
L’uomo durante il processo è svenuto per un calo di pressione. Dopo aver ammesso è tornato in libertà
Ennesimo sequestro di droga alla barriera di Gallarate sull’Autolaghi: la Polizia stradale ha fermato una macchina con tre uomini a bordo. Uno di loro aveva undici bustine di metanfetamina sotto il giaccone, per un totale di 36 grammi. Increduli gli agenti davanti al cinquantaquattrenne: il suo è un volto noto, fino allo scorso dicembre era titolare di un bar-tabacchi del centro, florido e frequentatissimo. Inspiegabile una trasformazione così. D’intesa con il pubblico ministero Carlo Alberto Lafiandra, l’ex tabaccaio è stato arrestato e collocato ai domiciliari.
LA DIRETTISSIMA
Ieri, mercoledì 31 gennaio, assistito dall’avvocato Ermanno Talamone, è stato portato in tribunale per il processo direttissimo. Sarà stato lo stress, l’angoscia di trovarsi in un contesto a lui estraneo, le patologie di cui soffre, sta di fatto che il cinquantaquattrenne all’improvviso ha perso i sensi ed è caduto dalla sedia. Pochi minuti dopo è arrivata l’ambulanza in tribunale. Un calo di pressione, niente di serio per fortuna. È una condizione psicologica difficile la sua e lo ha confidato anche al giudice Marco Montanari: «Faccio un uso saltuario di stupefacenti. La metanfetamina che mi avete trovato era per l’amico che vive in casa mia». E dal quale fatica a liberarsi: «L’altro pomeriggio ho chiesto a questi due amici di portarmi in un albergo per allontanarmi da casa. È malato psichico per colpa delle sostanze di cui abusa, è diventata una spesa infernale per me, mi prosciuga, non gli basta mai. Serve una soluzione, da mesi aspetto l’intervento del Sert e niente si muove».
«SIGNOR GIUDICE, NON PUO’ CAPIRE»
L’ex tabaccaio vive le difficoltà che tante famiglie devono affrontare tutti i giorni: un parente stretto con problemi psichiatrici o di tossicodipendenza, senza sostegno sociale, senza assistenza sanitaria, senza supporti terapeutici. «Lei signor giudice non può capire».
Il pubblico ministero d’udienza Lara Zucchini ha cercato di riportare le dichiarazioni dell’uomo nell’alveo della contestazione, che è quella di detenzione ai fini di spaccio, ma più che ammettere le proprie responsabilità sul possesso l’ex tabaccaio non avrebbe potuto fare. L’avvocato Talamone ha chiesto la possibilità di ricorrere all’istituto della messa alla prova richiamandosi a un principio di costituzionalità e sul punto il giudice Montanari si è riservato. Convalidato l’arresto ha poi disposto l’obbligo di dimora a Busto Arsizio e l’obbligo di presentazione alla pg.
LEGGI ANCHE Malore del vicesindaco in aula
© Riproduzione Riservata