IL CONFLITTO
Gaza tra raid e sfollati
Attacchi israeliani su «larga scala» nella Striscia. Hamas: «L’Iran è con noi». Già 423.000 palestinesi via dalle loro case
Nella notte tra ieri, venerdì 13 e oggi sabato 14 ottobre, l’esercito israeliano ha condotto attacchi su “larga scala” su obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che sono stati “uccisi numerosi operativi” dell’unità dell’elite di Hamas, ‘Nukhbà.
Tra i dirigenti di Hamas colpiti anche il capo del sistema aereo di Gaza, Merad Abu Merad, ritenuto responsabile «per aver diretto i terroristi durante il massacro di sabato scorso».
IL BILANCIO DEGLI ARRESTI
L’esercito israeliano ha arrestato oltre 230 operativi di Hamas in diverse località della Cisgiordania dall’inizio dell’operazione Spade di Ferro. Lo riferiscono i media israeliani.
Tra gli arrestati, aggiunge il Jerusalem Post, ci sono anche due esponenti di spicco dell’organizzazione terroristica, Sheikh Adnan Asfour e Ahmed Awad, catturati a Nablus.
PALESTINESI SFOLLATI
Sono circa 423mila i palestinesi che hanno lasciato le loro case a Gaza, anche prima dell’ordine di Israele di lasciare la parte nord della Striscia. Lo ha fatto sapere l’Onu, ripreso dai media israeliani.
«IRAN SOSTIENE HAMAS»
«La comunità internazionale comincia a realizzare che la causa palestinese è ancora viva e che tutto quello che è stato detto su una soluzione politica, su un accordo, è finito». Lo dice in un’intervista Osama Hamdan uno dei quattro alti funzionari di Hamas a Beirut. «Libereremo la nostra terra e tutti i circa 5mila prigionieri palestinesi in Israele» aggiunge.
Ora «è chiaro a tutti che Israele non può garantire neppure la propria di sicurezza - spiega -. Ci sono 500 palestinesi che hanno anche cittadinanza americana uccisi a Gaza, nessuno si è preoccupato della loro sorte» mentre per Hamdan «non ci sono prove» di morti al rave: «È una storia raccontata solo dagli israeliani. Il nostro obiettivo era attaccare i militari. Incluso il quartier generale della brigata di Gaza. I civili non erano un obiettivo. Forse c’è stato qualche incidente, ma non erano un obiettivo» spiega il funzionario di Hamas.
È compito della comunità internazionale «proteggere i palestinesi riconoscendo che sono sotto occupazione. Noi difendiamo la nostra gente contro l’occupazione. Ci stiamo preparando alla battaglia» spiega Venendo agli israeliani portati a Gaza, “non sono ostaggi, sono prigionieri di guerra. Non credo che ci sarà uno scambio di prigionieri fino a quando Israele non cesserà gli attacchi. Non negozieremo sotto il fuoco». Per Hamdan c’è la possibilità che il conflitto si allarghi oltre Gaza, «se gli americani si uniscono agli attacchi contro di noi, l’Asse della Resistenza reagirà».
«L’Iran sostiene la causa palestinese da 40 anni e sta portando il suo supporto a un livello superiore». Per Hamas «la terra era Palestina e sarà Palestina. Non stiamo parlando di eliminare le persone, ma di smantellare lo Stato di Israele. Vogliamo uno Stato palestinese».
L’attacco terroristico da parte di Hamas è stato compiuto una settimana. La Prealpina ha raccolto le testimonianze di varesini a Gerusalemme.
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