Ue-Turchia
Gentiloni: non saremo noi a chiudere la porta alla Turchia
Ma vediamo arresti oppositori e discorsi su ritorno pena capitale
Bruxelles, 14 nov. (askanews) - "A chiudere la porta alla Turchia non saremo noi", ma Ankara dovrà decidere se continuare i negoziati per entrare nell'Ue, - negoziati in cui ha sempre avuto il sostegno dell'Italia - rispettando le condizioni che il percorso verso l'adesione comporta. C'è un accordo concluso a marzo sull'immigrazione nel Mar Egeo che "tutto sommato può essere migliorato ma funziona", ma gli impegni dell'Ue nei riguardi di Ankara, in particolare quello sulla liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi che viaggiano in Europa, "sono collegati all'evoluzione della situazione interna turca". E' quanto ha detto, in sostanza, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ai giornalisti che lo attendevano al termine del Consiglio Affari Esteri oggi a Bruxelles.
Durante la riunione del Consiglio, ha riferito Gentiloni, "abbiamo avuto una discussione sulla Turchia, e noi ovviamente ripetiamo la preoccupazione per le evoluzioni più recenti che ci sono state nel Paese, con l'arresto dei leader del secondo partito di opposizione, l'Hdp".
"Questo - ha proseguito il ministro - non significa che da parte nostra si chiuda la porta in faccia alla Turchia. Sarà Ankara a valutare: la Turchia conosce le regole del percorso di dialogo con l'Ue e, conoscendole, valuterà. Da parte nostra, come Italia, c'è sempre stata l'apertura a un percorso europeo della Turchia: vediamo le difficoltà che si accavallano nelle ultime settimane, ma non saremo noi a chiudere la porta. Vedremo che cosa deciderà Ankara".
Ed è "curioso" che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan abbia annunciato oggi un possibile referendum popolare sull'adesione all'Ue. "Di solito i referendum si fanno per uscire. Comunque, c'è un rapporto che va avanti. E noi addirittura - ha ricordato Gentiloni - anni fa abbiamo lamentato che questo rapporto fosse troppo frenato da una parte dell'Ue. Oggi certamente la situazione è più difficile".
"L'Ue ha preso alcuni impegni, che sono collegati all'evoluzione della situazione politica turca". La liberalizzazione dei visti, per esempio, "è collegata a una serie di condizioni" che dovranno essere rispettate, ha sottolineato il ministro. Tuttavia, "quando si sentono discorsi sulla reintroduzione della pena di morte, quando si vedono operazioni come quella dell'arresto di leader dell'opposizione parlamentare, ci si domanda se queste condizioni potranno essere rispettate o meno. Ma, lo ripeto, a chiudere la porta non saremo noi", ha concluso Gentiloni.
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