L’OPERAZIONE
Griffe cucite in nero, blitz della polizia
Cinque cinesi clandestini in un laboratorio che lavora per l’alta moda italiana
Lavoravano per due delle più prestigiose case d’alta moda italiane, ma a insaputa delle due maison usavano manodopera in nero e clandestina. Così chi acquistava griffe di haute couture del made in Italy si ritrovava un prodotto fabbricato con lo sfruttamento del lavoro irregolare. La polizia di via Ragazzi del ‘99 ha messo fine a questo giro illecito con un blitz in un’azienda di Lonate Pozzolo, che ha sede in via 24 Maggio.
I dettagli sono stati spiegati martedì 19 in conferenza stampa dal vicequestore Fabio Mondora. Stando a quanto ricostruito, lì dentro il lavoro procedeva probabilmente a ciclo continuo tanto che alcuni operai vivevano in loculi ricavati all’interno della fabbrica. È quello che hanno scoperto gli investigatori in collaborazione con i carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro e dall’Inps gallaratese sulla base di una segnalazione arrivata alla volante.
«La ditta sembrava completamente chiusa e inattiva, ma poi ci siamo accorti che tutte le finestre erano state oscurate con tende nere» ha spiegato il dirigente del commissariato.
All’interno c’erano ventuno operai cinesi, impegnati alle taglia-cuci, cinque dei quali al momento dell’ingresso degli agenti e dei militari sono fuggiti e si sono chiusi in un bagno, tentando di sfuggire all’identificazione. I cinque operai erano irregolari in Italia, sono stati denunciati e ora si procede per espulsione. Altri cinque operai, regolari in Italia, sono risultati comunque al lavoro in nero.
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