AL MAGA
Il bianco e il nero di Morandini
È architetto, designer e soprattutto artista, per via di una profondità di sollecitazioni che promanano dalle sue opere in cui si uniscono razionalità e fantasia dando vita ad intuizioni sorprendenti, che spiazzano l’osservatore. È Marcello Morandini (Mantova, 1940), a cui il Maga di Gallarate - di cui l’artista ha curato il progetto grafico della piazza circolare - dedica una grande mostra con oltre duecento opere tra disegni, sculture, progetti di architettura, rendering, modelli e prodotti di design realizzati dagli inizi degli anni Sessanta ad oggi. Un percorso ambizioso che offre un’immagine completa di un impegno creativo sempre portato avanti con estrema coerenza intellettuale e di esiti.
Le opere provengono dalla Fondazione Morandini, nata nel 2016 per sostenere la nascita in Varese di un Museo dedicato all’artista. Del resto, l’attenzione che viene riservata in campo internazionale all’artista varesino è dimostrata dalle mostre personali e dagli inviti a rassegne di assoluto rilievo: la sala personale alla XXXIX Biennale d’Arte di Venezia (1968) e quella alla XLII Biennale Arte e Scienze, sempre a Venezia. E poi ancora: IX Biennale di San Paolo, Palais des Beaux Arts (Europalia) di Bruxelles; Documenta 6 di Kassel (1977), Documenta Urbana (sempre a Kassel-1982). Da non dimenticare nemmeno le installazioni permanenti di grandi sculture davanti a musei tedeschi e la qualificata produzione di design in collaborazione con prestigiosi marchi mondiali.
Il percorso espositivo al Maga - curato dalla direttrice del museo Emma Zanella e da Marco Meneguzzo e documentata in un bel catalogo Publi Paolini Editore - è organizzato per nuclei tematici e mette in evidenza le fasi più significative del suo mondo creativo, tra cui anche i progetti architettonici realizzati in Germania, Singapore e Malesia, oltre che a Varese.
Henry Focillon (1881-1943), storico dell’Arte, incisore e poeta, ha lasciato scritto: «Il segno significa, mentre la forma si significa». Tutto ciò che è percepibile allo sguardo e può essere definito ha una forma, anche se la stessa non deve necessariamente collimare con elementi che abbiano una rassomiglianza con forme naturali riconoscibili.
Le opere di Morandini, sostanziate dal rigore del bianco e del nero, sublimano la purezza della forma, il cristallino senso estetico ed una lucida precisione geometrica che si trasformano in una creatività continua, mai uguale a se stessa. In effetti, la bellezza compiuta e induttiva delle opere dell’artista varesino non ha solo riferimenti esterni, ma anche dichiaratamente interiori, che traspaiono nitidi all’osservatore poiché supportati da una impronta vitalistica che accende nelle sue immagini «calviniste» la propensione ad una avvincente lettura intimistica.
«Marcello Morandini. Il bianco il nero» - Gallarate, Museo Maga (e al Terminal 1 di Malpensa), via De Magri 1, fino al 16 luglio da martedì a venerdì 10-18.30, sabato e domenica 11-19, 7/5 euro, 0331.706011.
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