IL CASO
Il cantiere lumaca crea l’inferno
Code da giorni per le manutenzioni sulla 336. Marco Reguzzoni: «Danno assurdo»
«Se fossi ancora presidente della Provincia di Varese, mi sentirebbero urlare fino a Roma». E non si fa fatica a credere a Marco Reguzzoni, già onorevole della Lega e oggi fra i registi del movimento Grande Nord, mentre s’accanisce su Anas «e su istituzioni che non controllano più nulla» affrontando l’ennesima coda quotidiana sulla superstrada 336. Quella stessa che, quando le opere di manutenzione erano in lavorazione sul lato opposto nei giorni scorsi (quindi da Busto a Malpensa) arrivavano a invadere l’autostrada.
«Parlo da semplice cittadino lavoratore - tuona Reguzzoni - quindi mi infurio nel notare che si costringono migliaia di persone a vivere un’odissea quotidiana. Ho lavorato nelle amministrazioni a lungo, non sono certo quello che si arrabbia se c’è un cantiere, ma non puoi fare una cosa del genere e tanto prolungata durante il giorno. Trattandosi di sistemazioni del guard rail, quindi di un’azione lungo tutta la tratta e che continua a cambiare collocazione giorno dopo giorno, non esiste che si operi negli orari di punta. Anzi, è inconcepibile che per un restringimento lungo trecento metri si costringa la gente a fare un’ora di coda. Oltretutto, durante la pausa pranzo dei lavoratori, i mezzi restano desolatamente sul posto a generare comunque l’intoppo. Ma dove siamo? Perché nessuno alza la voce? C’è qualcuno che si rende conto di come migliaia di cittadini ne soffrano e stiano in pratica gettando via il loro tempo da usare per cose più produttive piuttosto che star fermi?».
Insomma, benvenute le migliorie che stanno riammodernando tutta la 336, ma non gestite in questa maniera: «Quand’ero a Villa Recalcati strinsi un accordo con Anas affinché certi interventi avvenissero di notte. Ora l’azienda, approfittando della disattenzione istituzionale, preferisce fare diversamente, risparmiando i soldi dell’integrativo notturno. Così, per lasciare in tasca ad Anas 5mila euro altrimenti da versare come stipendio aggiuntivo agli operai, va bene bloccare per settimane una tratta nevralgica del territorio e far spendere cento volte tanto, fra benzina consumata e ore perse, alla faccia dell’efficienza».
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