LA DENUNCIA
Il capriolo finisce in tavola: ristorante nei guai
Avvistato ferito in una scarpata, poche ore dopo, sgozzato, era nel congelatore di un esercente della zona
Un capriolo ferito in una scarpata viene trovato dalla Polizia provinciale nel congelatore di un ristorante di Trarego Viggiona, sgozzato, in un periodo di caccia vietata: esposto in Procura della onlus Ufficio Garante Diritti Animali.
La vicenda risale a maggio. Alcuni turisti tedeschi avevano chiamato il numero di emergenza segnalando la presenza di un capriolo ferito in una scarpata nella zona di Trarego Viggiona. Sul posto arriva la Polizia provinciale, ma dell’animale non c’è più traccia. Poche ore dopo, però, le ricerche si concludono in un ristorante della zona. Nel congelatore viene trovato il capriolo. Secondo il veterinario fatto intervenire, l’animale era stato sgozzato. Da parte della Polizia provinciale era subito scattata la denuncia nei confronti del ristoratore, dal momento che in quel periodo la caccia era vietata. La notizia però è giunta al comitato dell’Ugda, che con la collaborazione della verbanese Monica Altieri e dell’avvocato milanese Patrizia D’Elia Palmeri, ha presentato un esposto alla Procura per chiedere che sull’accaduto sia fatta la massima chiarezza. Non è noto se il capriolo, prima di essere sgozzato, fosse stato ferito durante la caccia di frodo o investito da un’auto: secondo il comitato la gravità del fatto rimane. «Qualunque sia stata la dinamica degli eventi - scrivono in una nota -, la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e, come tale, nessuno può disporne o impossessarsene fuori dai tempi e dalle modalità previste dalla legge sulla caccia».
E proseguono: «Nel caso in cui, inoltre, il capriolo fosse stato investito, ma finito e non soccorso come previsto dal nuovo codice della strada (che prevede obbligo di soccorso anche per la fauna selvatica), in giornata vietata dal calendario venatorio della regione Piemonte, ad avviso del Comitato nazionale onlus si potrebbe configurare, oltre ad omissione di soccorso, il reato di bracconaggio». L’associazione fa anche notare che «se il capriolo fosse stato finito per utilizzarne la carne in un locale pubblico, riterremmo ancor più grave tale impossessamento arbitrario, anche al di fuori delle regole igienico sanitarie per il consumo e la somministrazione di carne di fauna selvatica».
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