L'INTERVISTA
Il colle dell'arte
Randall-Page e la forma delle nuvole a Villa Panza: "Senza il caso non ci sarebbe evoluzione"
Sul colle di Biumo svetta il progetto Art in nature, avviato nel 2013 dalla direttrice Anna Bernardini e da Emanuele Montibeller di Arte Sella (manifestazione internazionale di arte contemporanea che si svolge all’aperto nell’omonima valle in provincia di Trento), aveva già accolto lavori site-specific di Stuart Ian Frost (2013) e Bob Verschueren (2014), che ha realizzato la ruota di sei metri The slope, in simbiosi con la vegetazione, le specie arboree e le geometrie del giardino. Da qualche giorno, a compimento del progetto, è stata installata anche l’opera dell’inglese Peter Randall-Page (1954), che ha studiato scultura alla Bath Academy of Art e compare nelle collezioni permanenti della Tate Gallery e del British Museum di Londra: anche Cupressus I, realizzata nel 2008 con granito ricavato da un masso erratico glaciale in Finlandia e caratterizzata da profonde incisioni con forme esagonali e pentagonali che rimandano alla geometria della natura, entra a far parte del patrimonio permanente di Villa Panza.
Inoltre restano esposte fino alla primavera del 2016 altre tre imponenti sculture, sempre di Randall-Page, della serie Shapes in the Clouds (forme nelle nuvole), in marmo rosso Luana e del peso di circa cinque tonnellate ognuna, posizionate di fianco al Salone Impero. Lo scultore inglese era presente all’inaugurazione di Art in nature, che fa parte anche di Grand Tour Expo nelle prestigiose location della terre dei laghi. E ha spiegato il suo rapporto con la natura.
Peter Randall-Page, perché la scultura e come sceglie i materiali?
«La scultura è la forma d’arte meno astratta che ci sia, esiste nello spazio, ti ci puoi muovere attorno, puoi toccarla. Il materiale che ho scelto ad esempio per Shapes in the clouds è inconsueto: un marmo ricco di disegni e colori... Ho voluto introdurre un elemento casuale in una struttura estremamente ordinata. Amo unire un principio ordinante con un principio casuale. Sono attratto dalle variazioni casuali in natura, che guidano ogni processo evolutivo: senza casualità nulla cambierebbe mai».
Nella sua opera risalta l’interesse per la natura: da dove nasce?
«Nasce da una curiosità che mi spinge a indagare nelle infinite forme casuali, nei fenomeni naturali del mondo che ci circonda. Siano essi organici o inorganici. Sono da sempre interessato a scoprire le similitudini ma anche le differenze tra le cose. Per esempio, noi classifichiamo le foglie di un tipo di albero, ma nessun albero è esattamente la copia di un altro, così come non esiste pietra che sia l’esatta copia di un’altra, né un volto che sia identico a un altro».
Quali artisti l’hanno influenzata?
«Artisti anonimi, arte antica, preistorica, come la scultura degli egizi o delle civiltà precolombiane del Sud America, in quanto si sono sviluppate secondo una sorta di processo di evoluzione naturale nel corso dei secoli, così come le storie, le fiabe, le parabole che nel passaggio di generazione in generazione sono diventate essenziali per l’essere umano, producendo a livello inconscio la loro influenza».
Che emozione le dà esporre le sue opere a Villa Panza?
«Sono molto onorato. Ho visitato Villa Panza per la prima volta l’anno scorso e sono rimasto sbalordito e deliziato da questa collezione davvero speciale, testimone della precisa, accurata visione del suo collezionista. Amo davvero questa bellissima e straordinaria collezione, che considero una delle più importanti al mondo. Ed è un grande privilegio per me essere qui».
© Riproduzione Riservata