IL CASO
Il Duce non è più varesino
L’Anpi ha chiesto la revoca. Ma la cittadinanza onoraria è già decaduta
Il primo tentativo era fallito. Nel giugno del 2013, il Consiglio comunale bocciò infatti, a maggioranza, la mozione del Pd (firmata da Luca Conte, oggi capogruppo) che invocava la revoca della cittadinanza onoraria conferita nel 1924 a Benito Mussolini.
La votazione scatenò polemiche e bagarre, dentro e fuori l’aula.
Ora, c’è chi auspica un secondo tentativo, visto che è cambiato il colore politico della maggioranza: l’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi), sezione di Varese, ha scritto due settimane fa al sindaco Davide Galimberti, espressione del centrosinistra, suggerendogli di valutare l’opportunità di riportare in aula, attraverso un consigliere della sua maggioranza, la delibera per cancellare la varesinità ad honorem conferita al Duce.
Allora, torna la domanda: ci sarà il secondo tentativo?
No. E non per volontà politica ma perché qualcosa, nel frattempo, è cambiato.
Il nuovo regolamento che disciplina le cittadinanze onorarie (condizioni per chiederle, motivi per revocarle) ha già risolto i dissidi, stabilendo che la varesinità ad honorem cessa con la morte dell’insignito.
Quindi. Mussolini non è più cittadino onorario di Varese; la delibera del 1924 non produce più alcun potenziale effetto, né sul Duce (ovviamente), né sugli eredi.
Articolo completo sulla Prealpina di sabato 17 settembre.
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