LA DIRETTISSIMA
Il ladro fugge, preso il “palo”
Incursione in casa e bottino da ottomila euro: i carabinieri catturano un albanese
Il furto è andato a segno a metà. Il ladro è riuscito a scappare con gioielli da ottomila euro ma il “palo” è stato immediatamente arrestato dai carabinieri e tolto dalla circolazione.
I due erano davvero ben organizzati: nell‘a macchina ’auto usata per il raid - risultata rubata a Tradate e recuperata dai militari - c’erano addirittura due fucili da soft-air che probabilmente sarebbero stati utilizzati per altri e più sofisticati colpi, oltre a tutta l’attrezzatura idonea allo scasso.
Indagini sono in corso quindi per capire se il soggetto finito dietro le sbarre sia l’autore o il complice di altri furti messi a segno nella zona negli ultimi tempi.
Tutto è accaduto mercoledì 3 gennaio intorno alle ore 19 in via della Selva.
I residenti della zona hanno notato due individui vestiti di nero e con le torce mentre scavalcavano la recinzione di una palazzina al civico 105 e hanno lanciato subito l’allarme al 112.
Quando la pattuglia dei militari di Gallarate è arrivata, i due hanno provato a dileguarsi arrampicandosi sulla cancellata. Uno si è dileguato nel nulla, lasciando in balia dei carabinieri il “collega” meno rapido che ha comunque tentato in tutti i modi di sottrarsi alle manette, tanto da scagliarsi contro gli operanti mandandone uno al Pronto soccorso con otto giorni di prognosi.
Ieri mattina, al processo per direttissima chiesto dal pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni, l’uomo - un albanese ventiseienne con precedenti - ha sostanzialmente ammesso gli addebiti cercando però di ridimensionare il proprio ruolo.
Difeso dall’avvocato Antonio Rullo ha raccontato di essere arrivato in Italia solo da un paio di settimane per trascorrere il Capodanno con i parenti emigrati.
L’altro giorno l’incontro casuale, a Sesto San Giovanni, con tale Christian che lo avrebbe coinvolto nel furto dicendogli «andiamo a farci un giro per fare qualche soldo».
E siccome l’albanese ha il vizio del gioco, la prospettiva di mettere in tasca qualche banconota l’ha allettato.
«Io però non sono entrato nell’appartamento, io ho fatto quello che mi ha detto lui, mi ha detto di aspettare giù perché non so fare niente e io sono rimasto giù».
L’ipotesi più verosimile è che si tratti di un pendolare dei reati predatori, uno di quei soggetti che vengono in Italia periodicamente per associarsi ad altri malviventi e compiere colpi insieme, per poi ripartire per il proprio Paese.
Il giudice Cristina Ceffa, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Laura Martello, ha convalidato l’arresto e lasciato il ventiseienne in carcere.
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