GIZMODROME
Il supergruppo made in Comerio
Tra due settimane il lancio del primo album della band con Vittoria Cosma, Copeland, Belew e King. E sabato 2 Microcosmi al Sacro Monte
Mentre è atteso (sabato 2 settembre) per una magica serata al Sacro Monte, dove approda per la prima volta con Microcosmi (nel ricco menù della giornata, fra l’altro, oltre a Renato Pozzetto, l’esibizione dei suoi “Deproducers”), Vittorio Cosma è al centro di un progetto musicale che fa parlare mezzo mondo.
Sarà in vendita dal 15 settembre il primo album di Gizmodrome, quartetto che coinvolge il maestro da Comerio. E che proprio nello studio di registrazione milanese del “nostro” ha visto la luce. Accanto a Cosma, tre veri mostri sacri del rock-pop mondiale: Stewart Copeland (batterista ex Police, autore di gran parte del materiale), Mark “Level 42” King (uno dei maghi riconosciuti del basso, in primis della tecnica “slap”) e Adrian Belew, chitarrista e voce, per trent’anni alter ego di Robert Fripp nei King Crimson ma con un curriculum che si ramifica in decine di altre (prestigiose) direzioni, da Frank Zappa ai Talking Heads.
Un progetto, quello nato dalla collaborazione tra Cosma e Copeland (i due si frequentano da quasi 15 anni, in principio fu la “Notte della Taranta”) e che ha coinvolto poi gli altri due big trovatisi, all’inizio dell’estate 2017, per due intense settimane di jam session, briefing musicali di livello eccelso, divertimento in nome delle sette note. «Gizmodrome mi ha riportato la gioia nel fare musica che provavo quando avevo 16 anni - le parole del “papà di Microcosmi” in merito all’esperienza - Solo una band e un garage con i muri ricoperti dai poster di tutti i miei eroi musicali; solo che ora io suono con le persone su quei poster!». Da qui è nato “Gizmodrome”, un lavoro anticipato sulla rete da un brano (Amaka Pipa) dove gli echi zappiani e crimsoniani si sprecano, dove il tappeto ritmico firmato King-Copeland regala pulsioni straordinarie e frenesie di tempi dispari sulle quali si inseriscono le incursioni chitarristiche di Belew e le tastiere dello storico collaboratore di Elio e le Storie Tese (e molto altro, ça va sans dire). C’è grandissima attesa per un lavoro che dovrebbe dire qualcosa di nuovo in una branchia della musica difficile da rinchiudere in un genere (rock, pop, jazz-rock, prog?) ma comunque di altissima qualità.
E la speranza, magari, di poter vedere dal vivo, dalle nostre parti, quello che si candida a diventare vero e proprio supergruppo degli anni 2010.
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