India
Impiccato in India Yakub Memon, cervello attacchi Mumbai nel 1993
Unico di 11 condannati a non aver avuto commutazione pena
Mumbai, 30 lug. (askanews) - L'India ha eseguito la condanna a morte per impiccagione di Yakub Memon per il suo ruolo negli attentati di Mumbai del 1993, costati la vita a 257 persone. Le tv locali hanno dato la notizia dell'impiccagione dell'uomo considerato la mente e il finanziatore di una letale raffica di attacchi nella capitale finanziaria indiana, eseguita nel carcere di Nagpur, nello stato occidentale di Maharashtra, prima dell'alba e subito dopo la notizia che la sua ultima richiesta di grazia era stata respinta dal presidente indiano Pranab Mukherjee.
Memon, un ex contabile, è l'unico degli 11 condannati a morte per quegli attentati a non aver ottenuto la commutazione della pena capitale. Ragioniere di professione, in carcere da 21 anni, oggi sarebbe stato il giorno del suo 53esimo compleanno. Ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento negli attacchi, che sarebbero stati organizzati come rappresaglia a un'ondata di violenze anti-musulmane che all'epoca fecero un migliaio di morti.
La vicenda appare quasi paradossale, contando che gli attentati del 1993 furono messi a punto da altre due persone (il fratello dello stesso Memon, Tiger, e un boss della criminalità organizzata Dawood Ibrahim) e per loro la pena capitale è stata commutata in ergastolo, come pure le altre sette condanne a morte.
In attesa dell'impiccagione, la polizia di Mumbai era in massima allerta e tutte le misure di sicurezza nella città erano state state rafforzate, per timore di proteste e anche di attacchi terroristici in rappresaglia all'esecuzione.
(con fonte afp)
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