L’INCENDIO DOLOSO
«In fumo tutti i miei sforzi»
Scuola di danza data alle fiamme a Crenna, la titolare: «Mai ricevuto minacce»
«Mi hanno chiamata al telefono appena è successo: un incubo. Non credevo ai miei occhi. Quando sono arrivata davanti alla palestra sono rimasta impietrita davanti alle fiamme e ai vigili del fuoco che spegnevano l’incendio».
Così Michela Carbone, titolare dell’associazione sportiva dilettantistica “Formazione in movimento” racconta le ore drammatiche di fronte alle fiamme della sua scuola di ballo. Sono trecento gli iscritti, famiglie intere con bimbi, che praticano sport a Crenna.
«Quando hanno spento l’incendio ed era tutto al sicuro, ci hanno fatto entrare».
La voce si interrompe, la donna riprende fiato e forza: «Ora ci sono indagini in corso ma pare che si tratti di un professionista che non ha neppure voluto nascondere il lavoro che ha fatto appiccando l’incendio. In questo momento non desidero nient’altro che le forze dell’ordine capiscano cosa sia accaduto, rintracciando l’autore».
«PERCHé?»
La domanda che ossessiona la professionista del centro di danza e pilates è «perché?».
«La mia priorità è sapere che siamo al sicuro, io e tutta la scuola di danza che è una vera e propria famiglia. Siamo a Crenna da un anno: l’attività della palestra è entrata in funzione a settembre 2017 e avremmo festeggiato un anno».
E ripensando al lavoro intenso, a sforzi e alle tante soddisfazioni Michela Carbone scoppia in lacrime: «Non mi capacito, i miei e nostri sforzi sono andati in fumo. Lavoravamo cono serenità, in un luogo adorabile dove la parola d’ordine è arte. Tutto questo mi preoccupa, finché non saprò che cosa è successo e non avrò la certezza di poter ripartire in condizioni non sicure, non posso fare niente».
«Formazione in movimento era un gioiello del territorio - conclude Michela -. Ora la priorità è rimettere a nuovo la struttura di cui non sono proprietaria.
UN INCENDIO VOLUTO
Un lavoro da professionisti, gente che non voleva accontentarsi di lanciare un segnale, ma che ha studiato il modo per fare quanti più danni possibili. Questa volta non ci sono dubbi, il rogo scoppiato l’altra notte al secondo piano dell’edificio all’angolo tra le vie San Martino e Gino de Rizzoli ha origine dolosa. Qualcuno ha volontariamente appiccato le fiamme, e l’ha fatto in modo che in pochi minuti i locali della scuola di ballo sarebbero stati inevitabilmente distrutti.
Lo avevano capito subito i residenti in zona, che affacciandosi alle finestre avevano visto le fiamme divampare contemporaneamente dietro diverse finestre. Lo hanno confermato i vigili del fuoco, che nel loro sopralluogo hanno trovato gli inneschi: mucchi di Diavolina, quelle tavolette altamente infiammabili che di solito in questa stagione si usano per accendere i barbecue.
FIAMME APPICCATE DALL’INTERNO
L’incendio è stato appiccato dall’interno, da qualcuno che ha studiato i locali, ha accumulato la Diavolina che gli serviva e le ha dato fuoco. All’inizio le tavolette bruciano lentamente, chi ha appiccato le fiamme ha avuto il tempo di mettersi in salvo. Poi il fuoco ha avvolto gli arredi, mandando tutto in fumo.
L’edificio che ospita la scuola di ballo è recente e in regola con le normative antincendio, la struttura portante è resistente e nonostante i danni presto i vigili del fuoco potrebbero dichiarare l’agibilità del piano inferiore, permettendo la riapertura del supermercato.
Sopra, la storia è diversa: allo stato i locali devastati dalle fiamme sono stati posti sotto sequestro giudiziario, facile immaginare che il pubblico ministero Nicola Rossato, titolare dell’inchiesta, delegherà ai carabinieri comandati dal capitano Alessandro Brunetti una lunga serie di accertamenti.
IL MISTERO DELLA FINESTRA
Sulla dinamica del rogo, l’unica cosa che resta da capire è come il piromane sia arrivato al piano superiore. L’ipotesi più probabile è che sia passato da una scala antincendio posta sul retro, rompendo una finestra. Ma la finestra potrebbe anche essere scoppiata per il calore, e quindi l’effrazione è ancora tutta da provare.
Molto più complesso capire perché siano state appiccate le fiamme. Qui la prima cosa da accertare è se l’obiettivo era quello di danneggiare la titolare della scuola di danza, oppure il proprietario dell’immobile. Ieri entrambi hanno dichiarato di non aver mai subito minacce e di non avere la più pallida idea di chi possa aver provocato un disastro simile.
Di certo, i primi riscontri parrebbero evidenziare che il rogo non sia stato opera della criminalità organizzata.
Se non altro perché la ‘ndrangheta avrebbe prima lanciato almeno un avvertimento, mentre chi ha innescato il rogo in via San Martino puntava a distruggere tutto subito. Nessun segnale, l’obiettivo era quello di creare un danno importante, ed è stato raggiunto in pieno. Con i locali è andata in fumo anche tutta l’attrezzatura della scuola di ballo. Per sua fortuna, la titolare si era assicurata contro gli incendi.
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