TREKKING
In vetta, da rifugio a rifugio
Un’idea per l’estate 2016? Si chiama «Alta Via dell’Ossola Nord». Sette giorni di trekking fra paesaggi alpini più o meno conosciuti, tutti incantevoli, pernottando nei rifugi che costellano l’itinerario. Sono proprio i gestori dei rifugi, in buona parte donne, i protagonisti di quest’iniziativa: hanno messo «in rete» le loro strutture per creare una proposta di turismo ecosostenibile, centrato sull’alleanza fra sport, paesaggio e gastronomia tipica. È nata così la sezione provinciale dell’Agrap (Associazione gestori rifugi alpini del Piemonte), con l’intento di aggregare le strutture ricettive d’alta quota e di far conoscere i percorsi alpini più attraenti per gli appassionati. Naturalmente è possibile percorrere disgiuntamente le tappe dell’Alta Via: ognuna costituisce una proposta interessante per una gita che mediamente non supera le 6 ore di cammino, su sentieri praticabili senza rischi e ben segnalati, ad altitudini comprese fra i 1600 e i 2600 metri. Le zone attraversate dall’itinerario sono la Val Bognanco, nota per le sue acque minerali, la Val Divedro, che conduce verso il Sempione, le celebri Alpi Veglia e Devero, molto amate dai «montagnini» e oggi unite da un parco naturale, la Val Formazza, con molte vette sopra i 3000 metri, ghiacciai, laghi, praterie simili a quelle del grande nord canadese e, soprattutto, la celebre Cascata del Toce.
La descrizione analitica dell’itinerario si trova in una cartina redatta dalla società novarese Geo4Map: «Da Domodossola, piccola capitale alpina e città d’arte, circondata dai vigneti di Prünent che producono un nobile vino, ai ghiacciai, ai laghi e ai pascoli della Val Formazza, dove nasce il formaggio Bettelmatt, si estende una regione montuosa in gran parte ancora selvaggia, che culmina con i 3553 metri del Monte Leone, la cima più alta delle Alpi Lepontine. Questa regione è l’Ossola, cioè la valle del fiume Toce, che nasce in Val Formazza e sfocia nel Lago Maggiore. Si trova in alto Piemonte, incuneata nella Svizzera, tra i cantoni Vallese e Ticino. Qui si incontrano foreste misteriose, altopiani erbosi di inaspettata dolcezza, commovente solitudine e ampi silenzi, villaggi di pietra e di legno costruiti da culture antiche, come quella della civiltà Walser di provenienza e lingua germanica».
Alberto Paleari, guida alpina e scrittore, spiega così le attrattive offerte dal percorso: «Lungo l’Alta Via è facile incontrare animali selvatici: camosci, stambecchi, caprioli, marmotte, galli forcelli, pernici, ogni genere di corvidi, rapaci e aquile. I pastori vi mostreranno la lavorazione del formaggio e sarà possibile acquistare i loro squisiti prodotti. Alla sera una rete di comodi rifugi, disseminata lungo tutto il percorso, vi accoglierà con la cordialità dei loro custodi, una cucina semplice e gustosa basata sui prodotti locali, e il meritato riposo». Informazioni sul sito www.rifugidellossola.it. (m.z.)
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