DECORO URBANO
Incentivi contro il degrado
Chiodi (Ncd) torna alla carica con la sua proposta: contratti fra il Comune e cittadini, sgravi fiscali in cambio di opere utili alla comunità, come ad esempio la rimozione di graffiti
«Tutte le città italiane vivono, chi più chi meno, una situazione di degrado urbano. E questo, diciamolo, è dovuto in larga parte al taglio dei fondi ai Comuni: la manutenzione grava sulla spesa corrente e se hai meno soldi non puoi fare miracoli». Questa è la premessa di Giovanni Chiodi, coordinatore cittadino e consigliere comunale del Nuovo centrodestra, che irrompe nel dibattito scatenato dalle dure critiche, su Facebook, »la mia Varese che non c’è più», da parte dell’attore e comico varesino, Max Cavallari, al quale ha risposto l’assessore Riccardo Santinon. Ebbene, Chiodi esce dal terreno della polemica per aprire un dibattito su cause e soluzioni. La prima osservazione è di natura antropologica: l’individualismo della gente. «Oggi si tende a curare il proprio orticello e stare nel proprio recinto, ignorando il vicino. Nessuno fa qualcosa in più che non gli compete. E in parte è comprensibile: già si fa fatica, anche economica, con le proprie incombenze, figuriamoci quelle degli altri. Ma così si perde il senso di comunità che è sempre stato un grande valore aggiunto del nostro territorio». Ma una soluzione per incentivare l’aiuto da parte dei cittadini nel combattere il degrado c’è, o meglio ci sarebbe. E Chiodi l’aveva suggerita in tempi non sospetti, nel dicembre scorso. Eccola. «L’articolo 24 del decreto "sblocca Italia" consente di creare un rapporto contrattuale tra singoli cittadini o gruppi di cittadini e l’amministrazione comunale per effettuare opere pubbliche, come possono essere appunto gli interventi sul decoro, in cambio di sgravi fiscali». Un esempio per fare luce: un cittadino che si offrisse di pulire e riverniciare le panchine di un parco e in cambio ottenesse una riduzione su un’imposta locale. Il coordinatore dell’Ncd osserva quindi che questo meccanismo in altre città è stato avviato e probabilmente con buoni risultati. E’ chiaro che serve un regolamento. E questo aveva suggerito Chiodi alla commissione Ambiente, riscuotendo sulle prime scarso entusiasmo, ma con la promessa che la questione sarebbe stata esaminata da un punto di vista tecnico. In realtà la proposta si è arenata. E così, il neocentrista, visto anche il dibattito che si è alzato sul degrado, torna alla carica. Ne ha parlato col presidente della commissione, il leghista Andrea Porrini; a settembre verrà convocata una seduta per riprendere il filo del discorso. E’ chiaro che il do ut des, ovvero il cittadino che fa qualcosa i cambio di uno sconto sui tributi, ha bisogno di norme certe e dettagliate. E che poi il contrattino vada eseguito e l’amministrazione verifichi che quanto pattuito venga eseguito. Ma questi sono gli aspetti pratici. A monte, c’è la valutazione - da fare - sull’utilità di uno strumento di questo tipo. Chiodi è convinto che darebbe buoni frutti.
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