GUERRA E PAURA
Varesina a Gerusalemme: «Chiusi in casa, sentiamo le esplosioni»
La testimonianza di Lucia D’Anna, insegnante di musica che vive da anni in Israele
«Siamo chiusi in casa, attaccati alla Tv che però ripete sempre le stese notizie. Si sentono i missili arrivare, ma le sirene non funzionano. Noi abitiamo nella città vecchia: le porte delle mura sono state chiuse alle 14, non possiamo più uscire. Fuori Gerusalemme è divisa in due: nella parte Ovest, quella a maggioranza ebraica, la situazione è relativamente tranquilla; ma nella parte est, quella a maggioranza araba, ci sono scontri continui». Quella di Lucia D’Anna, varesina che otto anni fa si è trasferita a Gerusalemme per insegnare musica alla Custodia della città vecchia, è una testimonianza drammatica. «Oggi sabato 7 ottobre siamo svegliati con la notizia che Hamas aveva invaso Israele – racconta -. Una notizia talmente inverosimile che io e mio marito, che è palestinese, ci siamo chiesti se fosse uno scherzo. Invece era tutto vero, è successo quello che nessuno si aspettava: le scuole hanno chiuso, i bambini sono stati rimandati a casa. Poi hanno chiuso le porte della città vecchia, le autorità invitano tutti a restare in casa».
L’ESPERIENZA DEL 2021
Una situazione simile D’Anna l’aveva già vissuta nel 2021, quando sei missili di Hamas erano caduti sulla città. «Ma ora è tutta un’altra cosa – spiega -. Nessuno sa quanti missili siamo caduti, ne hanno lanciati tantissimi. Nessuno sa quanti siano i morti, quanti civili e militari siano stati rapiti, se l’invasione sia finita e quanti siano gli uomini di Hamas oggi sul territorio israeliano. L’impressione è che l’attacco sia stato molto ben organizzato: non ha funzionato il sistema di difesa aereo, le sirene a volte si sentono, a volte no. Si sentono però le esplosioni. Anche qui nella città vecchia, che teoricamente è il quartiere più sicuro di Gerusalemme, tremano le finestre dei vetri. Domattina cristiani e musulmani pregheranno per un cessate il fuoco, ma la preoccupazione è altissima: non sappiano quando finirà l’attacco, di certo seguirà una risposta mai vista. Ma quello che succederà dopo, nessuno può dirlo, perché era da cinquant’anni che qui non si verificava una situazione simile».
ESPLOSIONI IN SOTTOFONDO
Mentre D’Anna racconta nella chiamata Whatsapp quello che sta succedendo a Gerusalemme, in sottofondo si sente il rumore di un’altra esplosione. «Ecco un altro missile – commenta – e la sirena ancora non ha funzionato». Questa a Gerusalemme sarà una lunga notte, e nessuno sa cosa succederà domani. Meno drammatica la situazione della comitiva varesina che ieri era a Masada e poi ha raggiunto una zona di Gerusalemme più tranquilla (la zona ovest) rispetto a quella dove vive Lucia D’Anna.
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