IL COMPLEANNO E L’ATTESA
La crisi dei quarant’anni della Lega
Il momento difficile e il nuovo (di una volta) che avanza
Tutti lo pensano, nessuno lo dice ufficialmente in casa Lega: «Via Salvini, il partito si salva» (scusate il gioco di parole), recupera punti e magari butta alle ortiche anche il progetto del Ponte sullo Stretto. Così al Nord (ma anche al Sud) saranno tutti contenti. Lettura banale dell’anniversario dei 40 anni di fondazione che si avvicina. E che ha avuto il prologo domenica al Museo del Tessile di Busto Arsizio.
Per la verità dai vertici della Lega non è che ci fosse questa grande voglia di festeggiare quel 12 aprile 1984 in cui Umberto Bossi firmò davanti al notaio l’atto di nascita del partito. L’ordine era: guardiamo avanti, non indietro. Poi la base – qualcuno dice la fronda – ha iniziato a muoversi. Ed ecco il quadro delle celebrazioni saltato fuori in questi giorni: il flash mob di Milano venerdì, la festa di domenica a Varese e, per chiudere in bellezza, dando un cappello politico-ideologico (si dice ancora così?) all’evento, il convegno di Bergamo del 20 aprile sull’autonomia. Insomma, la Lega prova a lucidare l’argenteria di famiglia ma per molti questo periodo è solo di attesa per l’esito elettorale di giugno. Dopo il quale, sostengono quelli che non amano Salvini, succederà il finimondo. In verità, comunque vada il Carroccio, non accadrà nulla. La Lega, forte dei suoi quarant’anni di storia, è partito ben piantato su suoi piedi ed è dura sfilare il pallino all’attuale gruppo di potere. Salvini, nel bene e nel male, deciderà le sue sorti.
Intanto si avvicina la data dell’anniversario. Il 12 aprile, per casualità (ma nella vita non succede mai nulla a caso), un ex leghista presenterà a Milano la sua candidatura alle Europee: si tratta del bustocco Marco Reguzzoni che correrà da indipendente nelle liste di Forza Italia in ticket con Letizia Moratti. Come dire: tutta un’altra storia.
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