IL DISSERVIZIO
Lampioni rotti, Varese al buio
La gente protesta e da mesi chiede interventi sugli impianti che dovranno essere sostituiti
Che cosa chiedono i varesini al nuovo anno? Sicuramente che sappia illuminare la città. E non solo in senso metaforico, regalando idee e prospettive brillanti a chiunque si interessi della cosa pubblica, ma, molto più prosaicamente, nel senso letterale del termine.
Perché Varese, dall’imbrunire in poi, sembra prediligere le zone d’ombra.
Zone a macchia di leopardo: là un incrocio, qui una via, poco oltre qualche isolato. Una situazione che esiste da mesi, ben nota all’amministrazione comunale, che da tempo ha diagnosticato le cause di questo “male oscuro” indicando anche i modi per risolvere la situazione e dunque impegnandosi ad attuarli.
Perché se la città di notte è in molte zone pericolosamente buia, con evidenti rischi per chi ne percorre le vie, la colpa è sicuramente di un’illuminazione pubblica troppo datata (il grosso degli impianti risale agli Anni Settanta e ben poco sarebbe finora stato fatto per tenerli al passo coi tempi).
A ciò si deve poi aggiungere anche il fatto che sui lampioni ormai rotti per il momento non si interviene, in attesa di porre mano a cambiamenti positivi che si ritiene prossimi. Risultato? Molti quartieri in queste settimane sono stati “benedetti” dalle luminarie di Natale e dalle lucine accese nei giardini dai privati, che hanno egregiamente supplito alle carenze della pubblica illuminazione.Ma fra pochi giorni Natale spegnerà gli interruttori. E allora?
«Ho telefonato e inviato mail in Comune - afferma un lettore, lamentando una delle tante situazioni di disagio - ma mi è stato risposto che presto le lampadine saranno sostituite con luci e led e che dunque bisogna aver pazienza. Ma è dal 18 agosto (dopo i violenti temporali di quel giorno) che nella mia zona, a San Fermo, molti lampioni sono inesorabilmente spenti».
La lista delle zone segnalate dai cittadini è lunga. A solo titolo d’esempio possiamo ricordare, oltre alla citata strada che porta da Valle Olona a San Fermo, anche via Vetta d’Italia, che da Velmaio porta ad Arcisate, il tratto di viale Europa prima dell’ingresso a Casbeno, e poi via Gasparotto, proprio verso l’incrocio con la bretella autostradale. E ancora: viale Borri, o via Oriani ad Avigno.
A Calcinate del Pesce continua inoltre a restare al buio parte della via Ponti, ossia la salita verso Morosolo: con l’eccezione di alcuni impianti, sono spenti quasi tutti i lampioni per centinaia di metri.
«Abbiamo chiamato più volte in Comune - si erano lamentati i residenti qualche settimana fa indicando la pericolosità dei tratti di strada senza marciapiedi al buio - e ci siamo rivolti anche direttamente agli uffici lasciando la nostra segnalazione. Ma non è successo niente».
Allora l’assessore Andrea Civati aveva chiarito che il problema era legato all’anzianità della linea elettrica e che l’amministrazione stava cercando di trovare «una soluzione generale e seria che affronti il problema dell’illuminazione in città».
In attesa dell’intervento risolutore coi led ad esempio Palazzo Estense ha dato il via a un progetto di manutenzione degli impianti di illuminazione per dodici mesi che ammonta a 700mila euro «per restituire e potenziare una adeguata illuminazione e dunque offrire più sicurezza a tutti».
Intanto però via Ponti è ancora al buio.
E sulla Provinciale del lago, sono ancora spenti anche i lampioni fra la rotonda verso la Schiranna e il distributore, sempre in direzione di Calcinate. Addirittura chi entra in città dall’autostrada, subito dopo il ponte, si trova alcuni lampioni fuori uso. Che dire di viale Aguggiari e di viale Borri? Stesso problema, e stessi disagi. La gente protesta. E chiede quanto ancora dovrà attendere.
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