IL LUTTO
L'arte piange Liuzzi
Il pittore s'è spento
Liuzzi era «un pittore onesto e sincero, operante in tutta umiltà di intenti, schivo di ogni facile notorietà».
Così lo scultore Gianluigi Bennati definiva l’artista varesino Ettore Liuzzi, il pittore varesino nativo di Pola, in Istria, che si è spento a pochi giorni di distanza dal suo 89esimo compleanno. Una malattia se l’è portato via, ma il ricordo di quest’uomo «profondamente umile, quasi schivo e tanto saggio» resta vivo nel ricordo dei figli Elisa, Paola, Carmelina e Umberto. Che, prima di accompagnarlo nell’ultimo viaggio che lo vedrà partire mercoledì 12 agosto, dopo la celebrazione della messa funebre alle ore 10.30 nella chiesa della Brunella, vogliono ricordare il loro papà, prima di trovarsi a dover gestire il grande patrimonio di dipinti ad olio, acquerelli, acqueforti, molti dei quali mai esposti, che ha lasciato loro in eredità. Tante opere con un unico denominatore, rintracciabile nella volontà dell’artista di raccontare se stesso e l’amore per la sua terra che, tra Sacro Monte, lago e Brinzio, ha inteso dipingere con grande sensibilità, mano raffinata e impronta figurativa di stampo impressionista. Una carriera iniziata per merito dell’allora fidanzata, poi divenuta moglie e compagna di una vita visto che, spiega la figlia Elisa, «dopo la sua scomparsa ha continuato a dipingere con mano quasi più rasserenata». Molte delle opere di Liuzzi, esposte nel tempo in svariate mostre personali, collettive e rassegne nazionali, si trovano in collezioni private in Italia, ma anche in Olanda, Svizzera, Francia, Germania, Israele e negli Stati Uniti. Ma la più grande soddisfazione, per lui, è sempre stata un’altra, quella «che chi osserva i miei quadri mi dica: il tuo quadro è vivo, perché se un quadro parla lo farà per sempre».
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