IL PROBLEMA
L’Ato fa acqua. Salata
Depurazione idrica: Comuni inadempienti e l’Unione europea mette in mora il Varesotto
Tutti i nodi vengono al pettine. Come per una batteria di Comuni del Varesotto inadempienti con Ato, l’ufficio d’ambito territoriale omogeneo, che si occupa del coordinamento e del controllo di quanto succede in materia di captazione, distribuzione e depurazione dell’acqua. Devono all’incirca otto milioni di euro per completare la somma necessaria per realizzare una serie di lavori richiesti dall’Unione europea su reti idriche e depuratori sparsi in tutta la provincia.
Interventi di messa a norma che non possono essere disattesi: pena una onerosa sanzione milionaria. Amministrazione di Villa Recalcati e giunte civiche interessate ne stanno discutendo in questi giorni, cercando uno sbocco alla questione. In verità, una vecchia questione, accantonata dalla politica perché impegnata in altre faccende di natura, diciamo così, gestionale.
Un esempio? L’assorbimento di Prealpi Servizi in Alfa, quest’ultima società sorta in contrapposizione alla prima, in scia a disaccordi e liti del passato tra i partiti. Stesse funzioni, moltiplicazione dei problemi e, sino a questo momento, nessuna soluzione.
Così, Alfa gestisce il settore idrico di una ventina di Comuni del Basso Varesotto, tra i quali Busto Arsizio e Gallarate, Prealpi Servizi si occupa soprattutto di depurazione ma anche di rete idriche in concorrenza con la varesina Aspem, controllata da A2A, che aveva aperto e vinto un contenzioso con la Provincia sul passaggio delle quote e su una serie di pasticci burocratico/gestionali da perderci la testa. Risultato: i nodi vengono al pettine, appunto.
L’Unione europea pretende che, entro il prossimo anno, Ato si conformi alle norme.
Ma mancano molti milioni, quelli che città come Busto Arsizio, Tradate, Saronno, Sesto Calende e molte altre minori avrebbero dovuto accantonare nel tempo, ma li hanno usati per altri scopi.
Basti pensare che la sola Busto Arsizio deve ancora tre milioni e mezzo di euro, che però non ha. Tradate è in debito di mezzo milione e, via via decrescendo per le altre municipalità. Insomma, un guaio alla luce della penuria di risorse pubbliche e dell’urgenza di rientrare nella somma preventivata per avviare tutti gli interventi: qualcosa come 44 milioni di euro complessivi.
Alla porta dell’ufficio d’ambito bussano con insistenza anche gli Amici del fiume Olona, che, da Legnano, per bocca dell’avvocato Franco Brumana, hanno addirittura richiesto alla Regione di commissariare l’Ato varesina (La Prealpina ne ha già scritto).
La loro richiesta è che si metta mano alla depurazione del fiume, che nasce nel Varesotto e scorre nel Legnanese. In linea di principio, gli “Amici” hanno ragione. Tanto più se pensiamo che i soldi raccolti dai Comuni e destinati ad altro sono scuciti dai cittadini attraverso il pagamento delle bollette. Per dirla in un altro modo, sono soldi nostri.
Fin qui il quadro della situazione. Come se ne esce?
«Pensiamo di concedere ai Comuni dilazioni nei pagamenti - spiega Valerio Mariani, esponente del Pd che segue la vicenda su delega dell’esecutivo provinciale -. Per fortuna stiamo registrando un atteggiamento condiviso da parte dei partiti, in senso trasversale».
Però, c’è un però. Dal centrodestra, schieramento di minoranza, arrivano dubbi e perplessità. Si chiede più rigore e precisazione.
Forza Italia e Lega Nord accusano la controparte di sinistra di aver preso sotto gamba la faccenda, portandola al limite del non ritorno. Critiche che fanno parte del gioco politico, anche perché attorno alla gestione dell’acqua in provincia di Varese si è sentito, letto e visto di tutto, oramai. Settore di scontro politico in spregio alle esigenze di salubrità, funzionalità ed efficienza per la distribuzione e la depurazione di un bene primario e indispensabile come l’acqua. Con ritorni decisivi anche sull’ambiente. Un bene peraltro pagato fior di quattrini dagli utenti sui quali, stando alle previsioni, sta per calare la scure degli aumenti. Un bel risultato per la politica, per tutta la politica, senza scusanti.
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