FAMIGLIA E LAVORO
La vita impossibile delle madri lavoratrici: dimissioni in crescita
In provincia aumentate sensibilmente le donne che lasciano il lavoro dopo la maternità
Denatalità e conciliazioni tempi famiglia-lavoro. Sono due facce della stessa medaglia, che mettono a nudo due problemi della società moderna. Prosegue, purtroppo, il trend negativo delle nascite, ed è da registrare anche la difficoltà che incontrano i genitori a fare quadrare le esigenze imposte dal fatto di avere dei bambini piccoli, con quelle più specificatamente inerenti gli impegni del lavoro. Il risultato? Si getta la spugna e ci si licenzia, in provincia di Varese più che altrove. E’ questa la fotografia che emerge dai dati relativi alle dimissioni di genitori con figli fino a 3 anni di età (e che sono soggette a provvedimenti di convalida da parte dell’Ispettorato al Lavoro).
L’IMPENNATA DELLE DIMISSIONI
I dati, elaborati dall’ufficio studi della Camera di Commercio, mettono in evidenza il fatto che in provincia di Varese il 2022 (anno degli ultimi dati disponibili) chiude con un aumento del 31% delle convalide di dimissioni rispetto al 2021: da 964 a 1.266. Le convalide di dimissioni di lavoratrici madri sono salite da 686 a 859 (+25%), superando il tasso di incremento a livello nazionale (+19%), mentre le dimissioni che riguardano uomini, che tipicamente sono collegate a ragioni lavorative e non di conciliazione, sono passate da 278 a 407 (+46%). Come dire: gli sforzi profusi anche dalle imprese – leggasi ad esempio “nidi aziendali” – o le agevolazioni in termini contrattuali – come il telelavoro e lo smart working – sono indubbiamente strumenti che agevolano la conciliazione dei tempi famiglia-lavoro, ma a quanto pare non bastano. In altre parole: la strada è stata tracciata ma il percorso da fare è ancora lungo.
L’IDENTIKIT
Ad essere penalizzate sono sempre le donne ma in parte anche gli uomini: nel 2022, il 68% delle dimissioni ha riguardato donne mentre la percentuale di uomini si ferma al 32%. Rispetto al dato nazionale si nota una maggiore quota di dimissioni di uomini a Varese: in Italia la composizione vede 73% donne e 27% uomini. Rispetto alla cittadinanza, nell’88% dei casi riguarda cittadini italiani, dato sostanzialmente in linea con quello nazionale (87%). Il 78% dei destinatari di convalida in provincia di Varese si concentra nella fascia 30-44 anni di età, in linea con il dato nazionale (79,4%).
LE MOTIVAZIONI
Nel caso degli uomini la motivazione del recesso del rapporto di lavoro è di carattere professionale: 84% è motivato dal passaggio ad altra azienda mentre solo il 7% è riconducibile a difficoltà di conciliazione (percentuale analoga a quanto rilevato a livello nazionale). Per le donne, invece, le motivazioni sono legate alle difficoltà di conciliazione in quasi il 60% dei casi di convalida in provincia di Varese, quota, peraltro, più elevata rispetto al dato italiano che vede questa motivazione coprire il 50% dei casi di recesso di donne.
LE MANSIONI
Con riferimento alla qualifica professionale, si evidenzia che il 94% riguarda figure di impiegati (52%) e operai (42%); dato non distante dalla media italiana (92%). La composizione si differenzia tra uomini e donne, a causa della differente presenza nelle diverse categorie professionali: la quota di donne destinatarie di convalida arriva a quasi il 60% di impiegate, tipicamente le donne sono sovra-rappresentate nelle professioni impiegatizie, mentre la quota di uomini sfiora il 53% tra gli operai.
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